I Dire Straits raggiunsero il successo nel 1978 con la pubblicazione del celeberrimo singolo “Sultans Of Swing”. Eppure la strada della band continuò ad essere impervia e dissestata a causa di non pochi attriti con la Label con cui firmarono. Nel corso di una recente intervista, Mark Knopfler fornisce tutti i dettagli del passaggio dei Dire Straits dall’anonimato alla fama. “Avevo 28 anni quando il brano fece capolino nelle classifiche di tutto il mondo. Ero ignaro del successo che avrei ottenuto, ma nonostante la prepotenza con cui Sultans Of Swing divenne un successo mondiale. Mi sembrò che questo non volesse arrivare e che stessi lavorando da una vita per ottenere qualcosa che forse non sarei mai riuscito a conquistare realmente”.
Il chitarrista ha proseguito spiegando i motivi per cui, inizialmente, non avesse guadagnato niente dalla canzone; nonostante fosse divenuta subito una hit internazionale. “Vivevamo ancora a Deptford quando le nostre vite cominciarono a cambiare, Sultans Of Swing è stata un punto di svolta, ma per molto tempo non ci abbiamo guadagnato praticamente nulla. I contratti con la Label presupponevano che avremmo cominciato ad essere pagati dopo 18 mesi dalla stipulazione di questi. Credo che, ad oggi, funzioni ancora così”.
L’ascesa dei Dire Straits verso il successo
“Alla fine le cose sono cambiate. Riuscimmo a rinegoziare per poter guadagnare le giuste royalties. In cambio, noi abbiamo garantito più album, penso che funzioni così”. Knopfler continua spiegando,in ogni caso, di non avere rimpianti in merito agli inizi della sua carriera: “Ho conosciuto molti musicisti che non hanno nemmeno mai scaricato un furgone, penso che per loro sia un grosso problema. Vivere di musica significa compiere dei sacrifici, dei passi obbligati per poter essere soddisfatti dei propri obiettivi; quindi, mi dispiace per loro perché non potranno mai apprezzare il significato di alcune cose”.
Durante l’intervista, Mark spiega anche di essere dispiaciuto dal fatto che, in passato, egli abbia sacrificato la sezione tecnica dei propri brani per potersi focalizzare sugli aspetti che concernono la scrittura delle canzoni. Il chitarrista afferma che, arrivato ad un certo punto, le due cose risultino inconciliabili al fine di avere un prodotto ben definito e di cui sentirsi gratificato. “Amo scrivere le canzoni più di ogni altra cosa, credo sia il motivo principale per il quale io sia arrivato fin qui”. Successivamente, ha dichiarato che avrebbe davvero amato avere un insegnante di chitarra con cui prendere lezioni una o due volte alla settimana per concentrarsi sulla pratica. Non avrebbe mai voluto soffermarsi troppo sulla teoria, applicando sin da subito i concetti appresi sullo strumento. “Mi interessano tantissime cose, per cui trovo una perdita di tempo soffermarmi a studiare cose che non mi appassionano o che, semplicemente, non riescono a piacermi”.