Quando si pensa ad una rockstar vengono in mente tutta una serie di attributi. Alcuni lusinghieri, come il talento musicale, la capacità di intrattenere il pubblico, la creatività artistica. Altri un pò meno. Una certa predisposizione all’auto-distruzione, l’abbandono ad alcol e droghe, promiscuità e scelleratezza. Assistere oggi ad un concerto o guardare un’esibizione in tv – con il cantante di turno che si presenta sul palco ubriaco – alza un polverone di reazioni scandalizzate e critiche di riprovazione. Ma negli anni ruggenti del rock ‘n’ roll tutto ciò era normale, era prevedibile. Chi lo faceva per dipendenza, chi per calmare i nervi e l’ansia da prestazione. Certo è che le 10 rockstar di cui parleremo oggi hanno decisamente esagerato.
Kiss, Peter Criss
Le esibizioni live dei Kiss erano scandite dal tempo di assimilazione del gin. Niente di strano se non fosse che – a volte – l’alcol prendeva il sopravvento. Parole dimenticate, canzoni sbagliate, errori da palcoscenico. Come dimenticare il concerto del 1979 quando Peter Criss – storico batterista dei Kiss – si sarebbe dovuto alzare dalla batteria e dirigersi di fronte al pubblico? Criss avrebbe dovuto cantare, per la rock band statunitense, la ballad Beth – da lui stesso scritta. Quella sera però – sconvolto dai fumi e dagli effetti dell’alcol – dimenticò completamente il testo della sua canzone.
Black Sabbath, Ozzy Osbourne
Nel caso di Ozzy Osbourne il confine tra ciò che succedeva a causa dell’alcol e ciò che succedeva a causa del suo comportamento eccentrico è molto labile. Le follie e i gesti sconsiderati dell’ex Black Sabbath sono noti a tutti. Anzi, la cosa di cui stiamo per parlare oggi sembra quasi sotto tono. Nell’Ottobre del 1996 il Principe delle Tenebre e la sua band si stavano infatti esibendo a Cincinnati, in Ohio. Durante la performance di War Pigs, Ozzy invitò sul palco un fan molto ubriaco. I due finirono il brano assieme…non proprio al massimo.
Rolling Stones, Mick Jagger e Ronnie Wood
I cattivi ragazzi del rock ‘n’ roll non potevano esimersi dal trovare posto in questa classifica. Pensare che c’è gente che si chiede quale sia il segreto dell’eterna giovinezza di Keith Richards e Mick Jagger – considerando tutto quello che hanno fatto negli anni. Durante il tour promozionale di Forty Lick – nel 2002/2003 – il pubblico assistette ad una vera e propria escalation di ubriachezza. Fun fact: successe tutto in dieci secondi, prima ancora dell’inizio del concerto. Jagger che rantola una serie di nomi di città e Ronnie Wood che, barcollando, inciampa nel palco e poco dopo fa capolino tra la folla.
Eddie Van Halen
Alcol e strumenti rotti vanno a braccetto nel rock ‘n’ roll. Quando un musicista finisce di fronte al pubblico, rompendo in mille pezzi la propria strumentazione davanti ai loro occhi, è il segnale che le cose degenereranno a breve. E’ ciò che è successo infatti durante il concerto di Eddie Van Halen – in occasione della reunion del 2004 con Sammy Hagar. Durante la data finale a Tucson, un Van Halen decisamente troppo ubriaco ruppe la propria chitarra sul palco, gettando le schegge nella folla e poi scappando via. Hagar stesso si era più volte lamentato della sua dipendenza e il suo abuso non era sfuggito nemmeno ai fan.
The Who, Keith Moon
D’accordo, qui non si parla di alcol ma la storia va decisamente raccontata. Prima dello show al Cow Palace, in California – il 20 Novembre del 1973 – Keith Moon decise di ingurgitare una smodata quantità di tranquillanti per animali. Il motivo? Apparentemente nessuno. Incredibilmente il batterista riuscì a sostenere più di un’ora di concerto prima di svenire sul finale di Won’t Get Fooled Again. Venne portato via dal palco privo di sensi. Come andò a finire? Pete Townshend scelse un fan dal pubblico, che aiutò gli Who a portare a termine l’esibizione.
Guns N’ Roses, Slash
Non è una novità che i Guns N’ Roses fossero una delle rock band più selvagge ed eccessive nei propri anni del loro successo. Con una notorietà così fulminea e planetaria e un album dal titolo emblematico Appetite for Destruction cosa ci si poteva aspettare? L’alcol è sicuramente uno dei tanti ingredienti che hanno contribuito alla spettacolarizzazione dei loro show. Ma – come dicevamo prima – c’è una linea sottile tra l’essere sciolti e l’essere ubriachi. E quella volta che Slash si tolse i pantaloni in pubblico era decisamente ubriaco. Il chitarrista dei Guns N’ Roses esordì dicendo che doveva cambiarsi i pantaloni perché si erano strappati. Alla fine, dopo essersi denudato davanti alla folla urlante, concluse esclamando “Non sono Angus Young, okay?”.
Green Day, Billie Joe Armstrong
I tempi del successo folle dei Green Day sono probabilmente dietro le nostre spalle, ma la band di Billie Joe Armstrong non esce mai del tutto dai radar. E’ notizia recente infatti la loro presenza al prossimo Firenze Rocks 2020. C’è da chiedersi, replicherebbero mai l’esibizione del 2012 all’I Heart Radio Music Festival? In quell’occasione la band si era innervosita poiché il loro live era stato ridotto per dare più spazio al cantante R&B Usher. Di tutta risposta Armstrong interruppe una canzone e annunciò che voleva suonarne un’altra dato che avevano solo un minuto di tempo. La situazione degenerò fino al punto che ruppe la chitarra sul palco – di fronte ad un pubblico sbigottito – e passò le settimane seguenti in rehab.
Stone Temple Pilots, Scott Weiland
Il passato di Scott Weiland è tristemente noto a tutti. Abusi costanti di alcol e droghe che ne hanno segnato profondamente vita e carriera. Fatti noti a tutti appunto, perché fu lo stesso cantante degli Stone Temple Pilots a informarne i fan. Durante uno show in Texas infatti, salì sul palco dicendo che aveva smesso di fare uso di sostanze stupefacenti. Il pubblico ovviamente esplose in un grande applauso che divenne ancora più grande alla notizia che invece aveva ricominciato a bere. Rantolando e farfugliando, Weiland confidò alla folla che imputava la causa del suo alcolismo alla morte del fratello e al divorzio dalla moglie.
Metallica, Lars Ulrich
L’alcol sembra essere parte integrante del DNA dei Metallica. Solo delle ultime settimane infatti, la notizia che la band statunitense ha cancellato alcune date del proprio tour a causa della dipendenza del suo frontman, James Hetfield. L’abuso di alcolici da parte del cantante era diventato così preoccupante ed invalidante che non si poteva più esibire. Indietro negli anni, uno dei momenti più epici dovuti all’alcol lo regalò al pubblico Lars Ulrich. Mentre Hetfield era solito lanciare birra sulla folla, il batterista iniziò a cantare la cover dei Diamond Head, I Am Evil. E gli riuscì anche piuttosto bene.
Nirvana, Kurt Cobain
Kurt Cobain aveva un grande amore oltre alla musica, ovvero l’eroina. La situazione psicofisica e l’abuso di sostanze stupefacenti del cantante dei Nirvana divennero sempre più evidenti, mano a mano che la band acquisiva notorietà. Durante uno show a Rotterdam ad esempio – nel 1991 – Cobain salì sul palco evidentemente alterato dall’alcol e peggiorò sempre di più con il passare del tempo. L’apice venne raggiunto al momento di In Bloom quando il cantante alzò le braccia al cielo, incapace di capire cosa succedesse con il suono. Fortunatamente poco dopo i Nirvana riuscirono a recuperare la situazione e a proseguire con il concerto.