Il 3 gennaio 1968, esattamente cinquant’anni fa, David Gilmour, appena ventiduenne, entrò a far parte dei Pink Floyd. Roger Waters, essendo consapevole delle precarie condizioni di salute di Syd Barret, lo invitò a partecipare ai concerti dei Pink Floyd per essergli di supporto.
Gilmour è sicuramente un personaggio controverso, da tanti apprezzato e da molti invece non preso in giusta considerazione perché spesso rapportato al suo predecessore. Non si può certo negare che, con Gilmour, i Pink Floyd hanno vissuto quel periodo leggendario pieno di capolavori musicali. In questo articolo raccoglieremo le sei curiosità più importanti che riguardano la sua figura:
1) È un importante attivista, attento e sempre presente in numerose iniziative di beneficenza: nel maggio del 2003, ad esempio, vendette la sua abitazione in Maida Vale (Londra) a Charlie Spenser, fratello di Lady Diana (di cui Gilmour era amico). Il ricavato, 3,6 milioni di Sterline, circa 5 milioni di euro, fu donato all’associazione “Crisis”, per finanziare la costruzione di abitazioni per senzatetto. Non è, tuttavia, l’unica iniziativa supportata dal britannico, che è legato anche ad altre associazioni, come Oxfam e Amnesty International.
2) È un cittadino onorario di Pompei. L’onorificenza gli è stata data nel 2016, quando, 45 anni dopo il celebre concerto tenuto dal britannico e i Pink Floyd, nelle rovine campane (concerto tra l’altro uscito in tutte le sale nel 1974), Gilmour è tornato nella città vesuviana per eccellenza, esibendosi davanti a 2500 persone, nello stesso Anfiteatro di 45 anni prima. Un Gilmour che ha perso lo smalto? Assolutamente no, il tocco magico è sempre riconoscibile anche a distanza di anni.
3) Segue molto il calcio, pur essendosi definito, in passato, un “tifoso incostante”. In un’intervista, il cantante e chitarrista dichiarò di aver posseduto un abbonamento per Highbury (vecchio stadio dell’Arsenal). Con l’amico Roger Waters si è, più volte, intrufolato allo stadio di nascosto per non essere riconosciuto. Come potesse essere possibile? I Pink Floyd
non avevano mai mostrato il loro volto su un disco, e nei concerti giochi di luce e particolari effetti speciali avevano giocato a loro favore, nascondendo i loro volti. Nella stessa intervista Gilmour dichiarò di avere un debole per l’Arsenal.
4) È conosciuto essenzialmente come abile chitarrista, ma lo strumento a corde non è l’unico del suo immenso repertorio; sa suonare, oltre la chitarra, 14 strumenti: steel guitar, basso, batteria, percussioni, sintetizzatore, tastiere, organo, pianoforte, armonica a bocca, mandolino, banjo, cümbüş, sassofono. Per questa abilità e per il grande contributo, testuale e musicale, dato alla musica, è stato nominato, nel 2003, CBE (Commendadore dell’Ordine dell’Impero Britannico) per il suo contributo filantropico e musicale; è stato insignito, inoltre, della Laurea Honoris Causa dall’Anglia Ruskin University di Oxford per i suoi contributi nell’ambito della scrittura e della musica.
5) Iscrisse i suoi figli, Alice, Claire, Sara, Matthew (figli avuti con la prima moglie Virginia Hasenbein) alla Waldorf School, una scuola steineriana (insegnamento di tipo spirituale ed esoterico). Fu però costretto, successivamente, a ritirarli da quella sede e a iscriverli a una scuola classica, in virtù di insegnamenti della Waldorf che definì «terrificanti».
6) E’ un esperto aviatore: la sua passione per gli aeroplani l’aveva portato a fondare una compagnia, la Intrepid Aviation, e soprattutto un museo di aerei d’epoca, di cui è fortemente appassionato, dove riesce ad accumulare, in non molto tempo, numerosi aeroplani. Tuttavia, è stato costretto a vendere la compagnia poichè non rappresentava più per lui cio che era all’inizio, un semplice hobbie: come spiegò in un’intervista alla BBC «Intrepid Aviation era un modo per me per far sì che il mio hobby si pagasse un po’ da solo, ma gradualmente, in pochi anni, Intrepid Aviation è diventato un business […] così l’ho venduta.»
In definitiva, queste sono solo alcune tra le più importanti curiosità che riguardano il chitarrista britannico. Ma si sa, alla fine, ci basta solo un po’ della buona musica per apprezzarlo per davvero.
di Bruno Santini (Nefele)