La storia che porta ‘Hallelujah‘ ad essere uno dei brani più famosi della storia è lunga ed articolata, tanto da essere raccontata in un libro di Alan Light, dal titolo The Holy or the Broken: Leonard Cohen, Jeff Buckley, and the Unlikely Ascent of “Hallelujah”. Creata infatti da Leonard Cohen, la canzone viene ripresa poi negli anni successivi. Jeff Buckley forse creò la versione più famosa che tutti noi conosciamo, ma ce ne sono altre. Scopriamo insieme la storia di questo incredibile brano.
La storia di Hallelujah
Nel 1984, è Leonard Cohen a creare questo brano, che venne inserito nel lato b del suo album Various Position. Il lato b era principalmente dedicato a tutti quei brani su cui non si puntava, destinati a rimanere di “nicchia” o comunque a non spopolare. Questo è ciò che accadde, con la canzone che rimase fuori da ogni genere di classifica.
Furono gli anni ’90 a rappresentare un svolta. Jeff Buckley, nel 1992, portò una sua versione del brano. Al tempo era soltanto un semi-sconosciuto con un importante cognome donato dal padre cantautore Tim Buckley. La sua versione non divenne famosa fin da subito, ovvero quando venne pubblicata nel suo primo ed ultimo album Grace. La fama della sua versione di Hallelujah arrivò insieme alla sua tragica morte, avvenuta nel 1997 per annegamento in un fiume.
Nel frattempo vengono fate altre due cover del brano, quella degli U2, che non piacque molto al grande pubblico, e quella di John Cale, realizzata per far parte della colonna sonora del film Basquiat.
Il film Shrek
Alan Light, scrittore del libro che abbiamo precedentemente citato, dichiara che il vero successo del brano Hallelujah tra il pubblico mainstream americano, viene raggiunto grazie al film Shrek, del 2001. Durante la scelta della colonna sonora, la Dream Works era rimasta colpita dalla versione di John Cale, nel biopic Basquiat. Questa versione era diversa da quelle di Leonard Cohen e di Jeff Buckely, più orecchiabile e meno angosciosa.
Tuttavia, diversi problemi di copyright impedirono alla Dream Works di utilizzare il brano di Cale, costringendo lo studio cinematografico a spingere per realizzare un’altra cover di Hallelujah. Rufus Wainwright fu l’artista scelto per realizzare la cover, e fu proprio questa versione a rendere il brano uno dei più famosi. Andrew Adamson, codirettore del film Shrek, dichiarò: “Tutto d’un tratto c’erano bambini di sei anni che cantavano Hallelujah e gli adulti cominciavano a chiamarla ‘la canzone di Shrek’.“