29 settembre, una data intrisa di storia per la musica italiana. Ne porta il nome uno dei più grandi successi dell’ Idillio Battisti/Mogol, la terza canzone composta insieme e che, come sempre, Lucio era restio ad interpretare.
Il 29 settembre non è solo la data di nascita della moglie di Mogol, a cui la canzone fu dedicata, trattasi infatti di una data significativa per tutti gli appassionati di musica italiana e, in particolare, ai più affezionati fan di Lucio. Come nella migliore delle favole, allo scoccare della mezzanotte del 29 settembre 2019, la discografia di Lucio Battisti sarà, finalmente, messa in chiaro su Spotify e su tutte le piattaforme di streaming digitale presenti.
Le dichiarazioni di Sony sulla discografia di Lucio Battisti
Lucio torna “Libero” in occasione di questo lietissimo evento, affermano gli esponenti di Sony music che, grazie alla decisione dell’ Editore Acqua Azzurra di riconferire mandato a Siae per la ripartizione dei diritti sulle canzoni di Lucio, a partire dalla mezzanotte del 29 settembre 2019, la sua discografia sarà resa disponibile per lo streaming e il downloading online.
Sony prosegue affermando che, le opere del periodo collaborativo con Panella non saranno disponibili, siccome l’Editore Aquilone non ha ancora proferito sulla concessione dei diritti amministrativi ad esse relativi. È, continua Sony, un giorno florido per i giovani che, finalmente, potranno avvicinarsi all’ascolto di un’icona culturale intramontabile quale Lucio Battisti.
Battisti come non lo hai mai ascoltato: 48 brani rimasterizzati da Sony
In questo clima di assoluto ottimismo da parte di discografici e amici del compianto Lucio, la cui stella non ha mai smesso di brillare sul panorama culturale italiano, Sony pubblica anche la seconda raccolta di brani rimasterizzati con le tecniche più moderne e alla migliore definizione audio possibile , 24 bit /192 KHZ. L’opera esce due anni dopo il primo Masters.
Le parole di Mario Lavezzi, compositore e stretto collaboratore della coppia Battisti/Mogol, fendono di netto l’atmosfera generatasi finora, encomiando Lucio e diffidando i suoi familiari.
“Lucio era un innovatore, gli piaceva sperimentare e si appassionava a tante cose diverse approfondendole tutte…Poi la sua famiglia ha fatto di tutto per farlo dimenticare”, queste le dichiarazioni di Lavezzi durante il meeting di Sony Music tenutosi a Milano.
Quali sono i primi album di Lucio Battisti?
Una carriera straordinaria, tristemente stroncata troppo presto, adito alla commozione e alla creazione di un’icona vivida nel cuore delle generazioni presenti,passate e future, di cui, queste ultime, sono le più curiose, dato il patrimonio conoscitivo praticamente infinito messogli a disposizione dai motori di ricerca online. Vogliamo indicare quali sono i primi album di Lucio Battisti in cui sono racchiuse alcune tra le opere più emotive e coinvolgenti dell’intramontabile artista.
1) Lucio Battisti (1969)
Il self-titled del ’69 nasce in un clima fervido e sperimentalista, il tramonto degli anni ’60 ha portato, in Italia, la wave del beat e delle tendenze d’oltre oceano. Ciò nonostante, “Lucio Battisti” risulta essere un encomio all’emotività e, ciò che nasce come una raccolta di “canzoni scritte per altri”, diventa, in realtà, un manifesto per il pop italiano. Brani come “29 settembre”, “Nel cuore,nell’anima”, “Balla Linda”, “Non è Francesca”, “Io vivrò” e “Un’avventura” rendono il disco una pietra miliare della cultura nostrana.
2) Lucio Battisti Vol.2 (1970)
Secondo album pubblicato dall’artista, ma solo in formato musicassetta. Non ha,per questo motivo, ricevuto ampia diffusione come il Volume 1 del self-titled, pur contenendo alcuni tra i brani più celebri dell’artista come “Acqua azzurra,acqua chiara”, “Mi ritorni in mente”, “7 e 40”, “Dieci ragazze” e “Il tempo di morire”.
3) Emozioni (1970)
Reputato da molti come la seconda uscita “ufficiale” di Battisti, “Emozioni” è, principalmente, una raccolta di 12 brani precedentemente pubblicati come singoli. L’opera, è stata la prima di Battisti ad occupare il primo posto in classifica.
4) Amore e non amore (1971)
Trattasi del primo album di Battisti dalle composizioni esclusivamente inedite, un concept sperimentale completamente incentrato sull’amore, in cui sono presenti brani strumentali e brani cantati, i primi dal titolo lungo quasi ad esplicarne il senso. Un punto di svolta sul quale catalizzare i propri sforzi alla ricerca di una nuova via artistica. Il brano “Dio mio no”, tra i 4 cantati dell’album, suscitò non poco clamore date le tematiche esposte nel testo, reputate troppo spinte per l’epoca.
5) Lucio Battisti Vol.4 (1971)
Parliamo del quarto album in vinile dell’artista e del quinto inciso in studio, nel quale sono raccolti alcuni tra i più grandi successi fino ad allora pubblicati come “Mi ritorni in mente” e “Io vivrò (senza te)”. È presente, inoltre, una cover del brano “Adesso sì” di Sergio Endrigo.
Il canto libero che consacra Lucio alla leggenda
Risulta praticamente inevitabile non encomiare l’opera più eclettica di Battisti. Il settimo album dell’artista che ha scolpito il sodalizio Battisti/Mogol nella storia. “Il mio canto libero”, non è solo l’artefatto della canzone italiana, l’opera è una pubblicazione eclettica, tecnicamente perfetta. Uscito nel 1972, è, probabilmente, l’album più sperimentale dell’artista nonché, uno dei più venduti del 1973, terminando con coraggio e, assoluto rispetto, il monopolio dell’immenso “Dark side of the Moon”. Oltre la title-track “immacolata”, l’album presenta altre hit, tra cui “Confusione”, “Io vorrei…non vorrei…ma se vuoi” e “La luce dell’est”.