“People are strange when you’re a stranger, faces look ugly when you’re alone”. A tutti voi sarà capitato, almeno una volta, di canticchiare l’intro della celebre canzone dei Doors “People Are Strange”. Vi siete mai chiesti, però, com’è nato questo intramontabile brano della rock band americana?
L’origine del brano “People are Strange”
People are Strange è la prima traccia del secondo album dei Doors “Strange Days”, pubblicato nel settembre del 1967. Il batterista della band John Densmore, nel suo libro Riders on the Storm, ha spiegato l’origine del brano.
Lui e il chitarrista Robby Krieger, all’epoca coinquilini, ricevettero la visita di un Jim Morrison piuttosto scoraggiato e giù di morale. Così, su suggerimento di Krieger, fecero una lunga passeggiata per le vie di Los Angeles: questo permise al poeta di Melbourne di schiarirsi un po’ le idee. Ad un tratto, infatti, Jim Morrison era così euforico che iniziò a scrivere una prima bozza di “People are Strange.”
“L’ha scritta da un momento all’altro, in un attimo… mentre era impegnato ad osservare le luci della città.” Ha raccontato il batterista Densmore, che poi ha aggiunto: “Ad un certo punto abbassò lo sguardo verso quella carta stropicciata e iniziò a cantare quel bellissimo ritornello blues. Fu davvero fantastico.”
Nel brano, secondo alcuni, Jim Morrison affronta il tema dell’alienazione, del sentirsi diverso dall’altro: quasi un estraneo. Secondo il batterista John Densmore, invece, il testo non era altro che il riflesso della vulnerabilità del Re Lucertola.
Il secondo album dei Doors: Strange Days
Strange Days arriva subito dopo “The Doors”, il leggendario album di debutto del quartetto di Los Angeles. Il disco, prodotto da Paul A. Rothchild, è stato considerato dalla critica come il miglior lavoro della band. Nonostante ciò, il produttore, vedeva l’album come un mezzo fallimento: a differenza del disco precedente non c’era un vero e proprio singolo di successo tipo “Light My Fire”, capace di trascinare il gruppo in cima alle classifiche.