Pennsylvania, Stanley Theater di Pittsburgh. 23 settembre 1980. Questa data per tutti i fan del reggae è già rivelatrice, un simbolo di grande tristezza. Fu l’ultimo concerto live di Bob Marley e nessuno sapeva che sarebbe stato l’ultimo. Vediamo come andò.
La malattia
Come saprete, Bob Marley morì per i postumi di un brutto melanoma che nacque dall’alluce. Lo scoprì nel 1977 ma decise di non rivelarlo né alla sua band, i Wailers, né ai fan. I problemi cominciarono a verificarsi già subito per poi peggiorare gli anni successivi.
Dai conati di vomito e la debolezza fino al collasso avuto a Central Park, mentre stava facendo jogging. Lo show della sua vita però non poteva finire (parafrasando una canzone dei Queen). Doveva fare di tutto per rendere felici i suoi fan. Peccato che il 22 settembre, il medico di Bob gli rivelò che il tumore aveva raggiunto il cervello. Incurabile, gli sarebbe rimasto un anno, nelle migliori delle ipotesi.
Il concerto
La sua band sospettava qualcosa di grave, ma non poteva immaginare una gravità simile. Il promoter di Marley Rich Engler fu allarmato nel vedere che, al soundcheck, non stava bene. Marley non voleva sentir ragione, doveva cantare per la band e il pubblico.
Ci sono varie voci che si susseguono sul soundcheck. Pare che cantò per 45 minuti Keep On Moving, pare che cantò intensamente per qualche ora I’m Hurting Inside. Altri dicono che si esibì con la band in Another One Bites The Just dei Queen.
Intanto arrivarono i fan e il pubblico. Bob propose una grandiosa e trionfale setlist con i suoi successi: Natural Mystic, Positive Vibration, Redemption Song, No Woman No Cry, Jammin’ e molte altre. Get Up Stand Up fu ufficialmente l’ultimo brano proposto live dal re del reggae. Bob concluse il concerto e il chitarrista Junior Marvin disse al pubblico “ci vediamo ai prossimi live“.
Quella promessa di Marvin non fu purtroppo mantenuta. Marley comunicò a band e collaboratori che doveva sospendere il tour a causa del cancro, morendo poi un anno dopo, l’11 maggio, a soli 35 anni.