I fan di Post Malone non conosceranno Ozzy Osbourne. I fan di Ozzy Osbourne probabilmente non conosceranno Post Malone. Ma noi sappiamo che il rock si evolve di continuo ed è estremamente interessante vederne le modalità. Vi raccontiamo quindi l’incontro tra l’icona trap del momento (non è la trap di Ghali, per capirci) e un gigante del rock e del metal come zio Ozzy.
Particolare incontro
È da specificare che Post Malone suonava, quando era più giovane, in una band metal hardcore. Ed è un dettaglio da considerare. Nella gestazione del suo ultimo album il rapper ha collaborato con il produttore Andrew Watt che ha avvisato quasi improvvisamente Post Malone di aver chiamato Ozzy. Di sua spontanea volontà. La collaborazione è nata quasi per caso.
C’è da chiedersi cosa abbia detto Ozzy di questo featuring. Ebbene, il principe delle tenebre ha risposto. Ha affermato che è stata la miglior cosa che abbia fatto dopo i Black Sabbath. Tra l’altro per Ozzy non è la prima volta nel mondo dell’hip hop. Aveva collaborato con Busta Rhymes per This Means War!!, singolo del 1998 in cui Rhymes rappa sopra Iron Man dei Black Sabbath.
“Take What You Want”, breve recensione
Lo scorso 6 settembre è uscito il terzo album di Post Malone, Hollywood’s Bleeding. Senza entrare molto nei dettagli, il disco viaggia tra hip hop, rap classico, trap e sorprendenti incursioni rock. Uno dei brani che ha attirato l’attenzione della stampa è Take What You Want, in cui il rapper canta con Travis Scott, rapper statunitense, e Ozzy Osbourne.
L’esperimento musicale potrebbe apparire strano, ma solamente in apparenza. È chiaro che sia un featuring e che Ozzy non sia costantemente presente. Ma già l’inizio del brano indica una atmosfera rock pur essendo elettronica. Il timbro caratteristico di Ozzy emerge immediatamente nella strofa iniziale, cantata anche da Post Malone successivamente (interessante è vedere la differenza vocale).
Ricordiamo che di per sé la voce di Osbourne è piuttosto inusuale nell’ambito rock e metal in quanto non ha quasi growl ed è molto più acuta della media dei cantanti rock. Inusuale come il brano stesso che può definirsi fusion. Nella parte finale del brano è presente un assolo di chitarra con chiare tinte Black Sabbath, volutamente pesante e sporco. L’esperimento è davvero approvato e positivo. Ve lo consigliamo.