La travagliata storia del Festival Woodstock 50 è arrivata, alla fine, al capolinea. I tre giorni di peace, love & music sfortunatamente non ci saranno. Scadenze non rispettate, artisti che hanno rinunciato, scivoloni logistici, disguidi economici e problemi di location: questi sono stati i motivi che hanno spinto gli organizzatori a gettare la spugna.
L’organizzatore del festival Michael Lang: “Woodstock 50 non si farà”
Dopo mesi e mesi di polemiche, problemi e grandi sforzi economici, è stato lo stesso organizzatore dell’evento Michael Lang a dare l’annuncio del fallimento definitivo di Woodstock 50:
“Siamo rattristati dal fatto che una serie di eventi sfortunati e di imprevisti abbiano reso impossibile la realizzazione del festival che avevamo in mente, con la partecipazione di grandi artisti e tutto il coinvolgimento sociale.” Ha spiegato Lang, che poi ha aggiunto: “Dopo aver perso Watkins Glen e il Vernon Downs (possibili location) abbiamo provato in tutti i modi a non annullare il festival. Successivamente infatti ci siamo impegnati con l’associazione HeadCount per organizzare un evento più in piccolo al Merriwather Post Pavillon. Con l’intenzione di raccogliere quanti più fondi possibili per le associazioni no profit che lottano contro i cambiamenti climatici.”
L’entusiasmo iniziale per quello che doveva essere l’evento dell’anno si è trasformato, in poche settimane, in un percorso ad ostacoli. Dopo l’improvviso cambio di location è arrivata, infatti, anche la rinuncia di artisti come Jay-Z, Santana, I Luminers, Forgerty, Milet Cyrcus.
Il tributo al Bethel Woods Center for the Arts
Tuttavia è sorto, in contemporanea, un altro evento parallelo a Woodstock 50. Pare infatti che alcuni artisti come ad esempio Ringo Starr, Santana, Edgar Winter e John Fogerty abbiano comunque intenzione di rendere omaggio a Woodstock. Come? Con un più piccolo e intimo tributo che avrà luogo al Bethel Woods Center for the Arts, un piccolo teatro nella cittadina che ospitò Woodstock nel 1969.