Pochi gruppi possono vantare il titolo di pionieri di un determinato genere musicale. Formazioni uniche e avanguardiste che, all’interno della temperie del loro tempo, sono state capaci di imporre innovazioni e nuove suggestioni musicali. Led Zeppelin, Black Sabbath e Deep Purple, sono considerati fra i principali promotori dell‘heavy metal. I Deep Purple, in particolare, sono uno dei gruppi più influenti e distintivi degli anni ’70, con radici artistiche che affondano direttamente nel blues e nel rock n’ roll, spaziando dal funcky al jazz, dalla musica classica all’R&B. Fun Fact: il gruppo è stato inserito nel Guinness World Record dopo il concerto al Rainbow Theater di Londra, nel 2016. Il motivo? Il concerto fu così assordante che ben tre persone persero conoscenza. I Deep Purple si sono quindi guadagnati anche il titolo di band più rumorosa del mondo.
La formazione e le origini
Tutto ebbe inizio nel 1968 quando Chris Curtis, batterista e cantante, arrivò a concepire l’idea di un gruppo composto da musicisti, assoldati a chiamata di volta in volta, che facessero da cornice a lui e al suo strumento. Il gruppo si sarebbe chiamato Roundabout – dal termine inglese omonimo che significa giostra, l’immagine metaforica di ciò che si sarebbe dovuto creare, nelle intenzioni di Curtis. Oltre al batterista il progetto prevedeva Jon Lord, organista, Ritchie Blackmore, chitarrista e Nick Simper, il bassista proposto da Lord.
Paradossalmente Chris Curtis venne ben presto escluso dalla sua stessa idea, a causa di un’uso costante e massiccio di LSD, che lo distraevano dalla band e lo spingevano a saltare moltissime sessioni di prova. Nello stesso anno della formazione, entrarono nella schiera dei Rondabout il cantante Rod Evans e il batterista Ian Paice. Per allontanare definitivamente il fantasma di Curtis, e dimostrare l’intenzione di avviare un nuovo e personale progetto, il gruppo abbandonò il primo nome e decise di chiamarsi Deep Purple.
La formazione classica – con cui sono conosciuti e passati alla storia i Deep Purple – venne raggiunta solo dopo i primi tre album. Uscirono dalle file Evans e Simper, sostituiti ben presto dal cantante Ian Gillan e dal bassista Roger Glover. Da questo momento inizia il periodo dei grandi classici della band, con una virata decisa verso un hard rock più schietto e pesante. Il grande impulso al cambiamento e la spinta decisiva verso le prime suggestioni heavy metal venne dato dai Led Zeppelin, dei quali i Deep Purple ascoltarono attentamente i due dischi iniziali. “Da quel momento decidemmo che quella era la musica che volevamo suonare anche noi” dirà successivamente Ritchie Blackmore.
Lo scioglimento nel 1976
Il 19 Luglio 1976 i Deep Purple, dopo un successo travolgente che li pose nell’olimpo dei pionieri dell’heavy metal, arrivarono allo scioglimento. Ma per quale motivo si arrivò ad una decisione così drastica? I problemi erano iniziati nel 1973 quando, a causa di crescenti tensioni e attriti con gli altri membri, Gillan abbandonò la formazione. Glover, d’altro canto fu cacciato, e i Deep Purple si trovarono improvvisamente senza bassista e cantante. I sostituiti David Coverdale e Glenn Hughes apportarono al sound della band suggestioni più rhythm’n’blues e funky. Le novità accrebbero l’indoddisfazione di Blackmore che nel 1975, alla fine del tour mondiale, lasciò il gruppo e fondò i Rainbow con Ronnie James Dio.
Nel 1976 con il giovane Tommy Bolin al posto di Blackmore, i Deep Purple furono protagonisti di un episodio imbarazzante e scandaloso. Durante un loro concerto John Bonham – batterista dei Led Zeppelin – salì sul palco palesemente ubriaco e iniziò a parlare. Dopo aver annunciato l’imminente uscita di Presence insultò Bolin dicendo che non sapeva assolutamente suonare. La notizia fece il giro del mondo e comparve su tutte le riviste musicali. La falla messa in luce da Bonham fu solo l’inizio della fine.
Tommy Bolin stava infatti precipitando sempre di più nella sua dipendenza da eroina. Il musicista era ormai irrecuperabile e questo non faceva che creare ritardi e contrasti in tutta la formazione. Durante un tour mondiale Bolin ebbe una semi paralisi al braccio per un’iniezione venuta male e Coverdale, furioso, abbandonò il palco durante l’esibizione a Liverpool. Quello fu l’atto conclusivo, il canto del cigno, dei Deep Purple. Pochi mesi dopo Tommy Bolin morì di overdose.