Era il 13 luglio del 1985 quando la storia del rock cambiò definitivamente. Il motivo per cui sentiamo di formulare tale affermazione non riguarda soltanto la musica, il talento e la qualità a cui si poté assistere sui due palchi di Wembley e Philadelphia, ma anche e soprattutto quelle emozioni, quelle consapevolezze e quelle motivazioni che hanno portato a finanziare un evento di questo tipo. La grande portata mediatica dell’evento, giustificata dalla carestia etiope, che ha generato una manifestazione musicale di questa mole e questo genere, sono secondi a quella voglia che ha portato l’evento stesso a nascere: aiutare il prossimo, condividere, salvare delle vite, attraverso il fattore della musica, rappresentato – in un 1985 storico per il rock e non solo – dalla figura di Bob Geldof. Il Live Aid, però, è stato anche il momento in cui una grande formazione ha ritrovato se stessa, riuscendo a imporsi nel modo migliore possibile: parliamo, naturalmente, dei Queen.
Lo storico concerto dei Queen al Live Aid del 1985
Di band e artisti che si esibirono nell’ambito del Live Aid del 1985 ce ne sono stati tantissimi; sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito, infatti, non sono mancate esibizioni di grande livello, accompagnate a concerti minore per portata mediatica o celebrità delle band. Tra tutte le grande esibizioni, però, di sicuro la migliore è stata quella dei Queen: a dirlo non è un’affermazione audace, ma quella risposta che il pubblico fu in grado di dare durante tutto il concerto della formazione britannica.
I Queen si esibirono con uno spirito nuovo, rinnovato, che cercava di superare tutte le difficoltà che c’erano state nei mesi precedenti, ma soprattutto quella mancanza di smalto ed entusiasmo che sembrava indirizzare verso una rottura definitiva. Si può, in effetti, considerare quello del Live Aid come uno spartiacque importantissimo nella vita e nella carriera dei Queen: nonostante la malattia di Freddie Mercury, nonostante le difficoltà, i Queen seppero ritrovare se stessi sul palco, facendo la storia.
Tutte le inesattezze e le false credenze sul Live Aid dei Queen
L’esibizione dei Queen al Live Aid ha avuto così tanto successo da giustificare il suo inserimento, per intero, all’interno del biopic Bohemian Rhapsody. La scelta non è stata casuale: trattandosi di un momento importante nella carriera dei Queen, il film ruota intorno a questo momento, iniziando con una scena del Live Aid e concludendosi con l’intero concerto.
Purtroppo, però, l’utilizzo di questa scena è stata causa della formazione di inesattezze e false credenze sul Live Aid dei Queen: la confessione della malattia da parte di Freddie Mercury non c’è stata prima del concerto, come è mostrato all’interno del film, dal momento che – presumibilmente – il leader dei Queen ha scoperto di avere l’AIDS tra il 1986 e il 1987. Allo stesso tempo il concerto non ha segnato la reunion della formazione britannica, che non si è mai ufficialmente sciolta come viene mostrato. In ultimo, nel film mancano alcune canzoni – come Crazy Little Thing Called Love – che sono state, invece, suonate nella realtà.