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5 luglio 1969: il drammatico saluto dei Rolling Stones a Brian Jones

La morte di Brian Jones segnò un capitolo nero nella straordinaria storia dei Rolling Stones. La band, si erse, in pochissimo tempo, come fautrice di uno stile musicale fresco e aggressivo che strizzava l’occhio all’avanguardia musicale che, di li a poco, avrebbe innescato una rivoluzione socioculturale di proporzioni storiche. Jones fu il fondatore dei Rolling Stones, il polistrumentista che, nella band, ricopriva il ruolo di chitarrista, venne ritrovato morto in circostanze tragiche.

Il giovanissimo Brian aveva solo 27 anni quando fu ritrovato senza vita sul fondo della piscina di casa sua, a mezzanotte del 3 luglio 1969. Senza di lui, il mito dei Rolling Stones non avrebbe, probabilmente, mai visto la luce. A due giorni dalla tragedia, i Rolling Stones osservarono un meraviglioso tributo all’amico scomparso; mettendo da parte i dissapori che, fino a poco tempo prima, avevano tormentato il quieto vivere interno al gruppo.

Brian Jones venne ufficialmente sostituito nella line-up dei Rolling Stones qualche settimana prima. Era il 13 giugno del 1969 quando il giovane Mick Taylor entrò a far parte del gruppo. L’ultimo saluto dei Rolling Stones a Brian Jones ebbe luogo alle 17.25 del 5 luglio ad Hyde Park, innanzi ad una folla di 250 mila persone. Lo spettacolo durò circa un’ora.

L’ultimo saluto dei Rolling Stones a Brian Jones

Prima di dare inizio allo show, il carismatico frontman del gruppo, Mick Jagger, si presentò sul palco. Indossava un meraviglioso vestito bianco. In quell’occasione, Mick recitò i versi dell’ Adonais, di Percy Bysshe Shelley. La poesia recita: “Pace! Pace! Egli non è morto, egli non sta dormendo, si è svegliato dal sonno della vita”. Il bellissimo omaggio si sviluppò con la liberazione di 2 mila farfalle bianche che funsero da elegante tappeto visivo per l’inizio della musica.

Quello straordinario concerto nell’iconico parco di Londra, divenuto negli anni una vera e propria Mecca per gli appassionati di musica di tutto il mondo, rappresenta una pietra miliare ben salda nell’immaginario collettivo e nella memoria storica degli anni d’oro del Rock. Al di la delle prestigiose premesse, i membri dei Rolling Stones ricordano bene e, hanno dichiarato più volte che, oggettivamente, la performance non fu affatto delle migliori. Sebbene il clima respirato durante lo spettacolo fu straordinariamente solenne, infatti, la qualità dell’esibizione avrebbe lasciato molto a desiderare in un contesto differente.

I fattori che ostacolarono la riuscita del concerto

I fattori che misero quasi a repentaglio la riuscita dell’ultimo saluto dei Rolling Stones a Brian Jones furono dei più disparati. Un caldo torrido caratterizzò quella giornata madida d’emozione. Mick Jagger ricorda che i membri del gruppo non fossero riusciti ad accordare alla perfezione i loro strumenti, a causa della giornata particolarmente afosa e dell’ovvia mancanza di accordatori elettronici che gli avrebbero, sicuramente, facilitato il compito. I Rolling Stones erano soliti accordare i loro strumenti con l’ausilio di un piano o con l’armonica.

Nonostante le vicissitudini e le varie stonature dell’esibizione, comunque, il tributo degli Stones a Jones rimane, ancora oggi, dei più memorabili, Mick Jagger riflette con dolce nostalgia sul fatto che, all’epoca, Londra fosse deserta e che, gran parte della città, si fosse stretta intorno alla band per osservare un ultimo, festoso, saluto ad un amico scomparso, la cui memoria sarebbe rimasta eterna.

 

 

 

 

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