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Nirvana, come una piccola stufa ha contribuito a rendere Nevermind una pietra miliare del rock

I Nirvana, nati ad Aberdeen nel dicembre del 1987, sono rimasti attivi fino al 1994, anno della morte di Kurt Cobain. Nonostante una breve (ma intensa) carriera, la band è riuscita comunque a sfornare alcune delle più grandi canzoni di tutti i tempi e, soprattutto, un album che è diventato una pietra miliare del rock: Nevermind.

NEVERMIND, IL SECONDO ALBUM IN STUDIO DEI NIRVANA

Nevermind, pubblicato il 24 settembre del 1991, è uno degli album più importanti degli anni novanta e, più in generale, della storia della musica. Sono tanti i fattori che hanno reso Nevermind un album unico nel suo genere: innanzitutto la straordinaria voce di Kurt Cobain, poi anche i temi trattatila copertina e naturalmente la partecipazione di un grande batterista come Dave Grohl.

Un altro fattore determinante per la riuscita di questo splendido disco fu la scelta della sala di registrazione. L’ampia sala dei Sound City Studios, secondo il batterista, era un ‘luogo magico’, una stanza in cui, come per magia, venivano fuori sezioni ritmiche e metrica. Insomma, era tutto ciò di cui avevano bisogno Kurt Cobain, Dave Grohl e Krist Novoselic.

Che gli studi di registrazione abbiano giocato un ruolo fondamentale è stato confermato anche dal produttore della band: Butch Vig. Bryan Vigorson, meglio conosciuto come Butch Vig, durante un intervento per la Yellow Phone Music Conference ha sottolineato l’impegno di Cobain e soci durante la realizzazione di Nevermind. Stando alle parole del produttore, infatti, la band trascorreva intere giornate nello studio di registrazione, passando ore ed ore a comporre brani e a fare pratica.

“Contrariamente a quanto si dice in giro, i Nirvana si impegnarono seriamente per questo progetto. Durante le fasi di registrazione Kurt, Dave e Chris hanno provato ogni giorno per circa sei mesi, per oltre 10 ore al giorno. Kurt Cobain esigeva un album di successo, un disco che avesse un suono perfetto.”

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