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Brian May e i segreti del sound di Eddie Van Halen

Il chitarrista dei Queen Brian May è stato protagonista di un’intervista rilasciata a Total Guitar. Nell’occasione, l’artista ha parlato del collega Eddie Van Halen e del progetto Star Fleet Project, portato avanti da entrambi i musicisti nel 1983.

Insieme a May e Van Halen c’erano anche il batterista Alan Gratzer, il battista Phil Chen e il tastierista Fred Mandel. Nell’occasione, Brian ha ricordato il suo primo incrocio con Eddie: “Era un po’ più giovane di me. Mi trovavo nel backstage di Monaco quando Van Halen si esibiva come sostegno ai Black Sabbath. Lo conoscevo un po’ e sono andato a vedere Tony Iommi (chitarrista dei Black Sabbath). Ho fatto in tempo a vedere Eddie e sono rimasto stupefatto da lui. Non avevo mai visto nulla di simile nella mia vita. Non volevo crederci. Era stato come guardare Jimi Hendrix per la prima volta”.

Brian May non ha nascosto una profonda stima nei riguardi di un altro chitarrista straordinario. “Abbiamo parlato del cosiddetto suono marrone e volevo imitarlo. Era una questione di dove si mettesse il pickup in corrispondenza delle corde, un aspetto molto tecnico. Lui sapeva esattamente dove piazzarlo. Ciò ha reso il suo sound ancora più originale. Ovviamente, gli serviva il giusto amplificatore”.

Quindi, il ricordo di May si sposta verso alcuni momenti insieme a Van Halen. “Eravamo abituati a scambiarci le chitarre. Qualsiasi chitarra suonasse Eddie, andava esattamente come voleva lui. Era un grande anche con il basso degli altri. Il suo tremolio era un po’ diverso dal mio, ma abbiamo continuato a suonare abituandoci a vicenda”.

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