Lucio Battisti è stato un simbolo indiscusso della musica italiana. La sua opera è delle più brillanti e, ad oggi, i suoi brani più evocativi continuano ad affascinare migliaia di giovani. La musica di Lucio Battisti è parte del lascito eterno dei nomi più brillanti del Pop italiano. Con il suo slancio avanguardistico, proiettato verso le sponde internazionali della musica, Battisti è riuscito a stravolgere completamente i canoni tecnici e compositivi della Canzone nostrana. Lucio Battisti si ritirò per lungo tempo dal mondo della musica all’alba degli anni ’70. Si trattò di una scelta molto ponderata che, in ogni caso, lasciò con l’amaro in bocca i milioni di fan che aveva raccolto. Ancora oggi, l’abbandono di Battisti dal palcoscenico rappresenta uno degli eventi più clamorosi nella storia della musica italiana. Ma perché il cantante arrivò ad una decisione così sofferta?
Perché Lucio Battisti si ritirò dal mondo della musica?
La dipartita di Lucio Battisti dalle scene aveva ben poco a che fare con il tragico destino che, di li a qualche anno, l’avrebbe stroncato. Ciò nonostante, per molti anni non furono realmente chiariti i motivi per i quali il leggendario artista fosse arrivato ad un punto di non ritorno sulla carriera. A fare luce su perché Lucio Battisti si ritirò dal mondo della musica, sopraggiunse diversi anni dopo l’iconico paroliere con cui, Battisti, intraprese uno dei sodalizi artistici più riusciti nella storia della musica: Mogol. Quello di Battisti fu un allontanamento progressivo dai media. Il cantante decise di iniziare un periodo di disconnessione totale a causa delle gravi condizioni in cui il panorama socioculturale italiano verteva.
Mogol spiegò, infatti, che lui stesso consigliò all’artista di allontanarsi dal pubblico nel periodo dei famigerati “Anni di Piombo”. A tal proposito, il paroliere spiegò alle penne di Repubblica: “Il ’68 fu un anno terribile: o eri falce e martello o fascista. Per questo, dissi a Lucio di ritirarsi. Era meglio stare a casa che venire contestato durante i concerti. Arrivarono ad accusarci di simpatizzare per il fascismo poiché nel testo di La collina dei ciliegi, nominammo i boschi di braccia tese. Era solo un’invocazione, ma i palmi levati l’uno verso l’altro divennero, all’immaginario delle persone, saluti fascisti. Che follia!”.
Che Lucio Battisti non amasse parlare di politica nei suoi brani era una cosa risaputa, visto l’ammontare di dichiarazioni che, al tempo, rilasciò al riguardo. Ciò nonostante, l’incombenza del fanatismo e le ondate di terrore che caratterizzarono quella che, oggi, è considerata come una delle pagine più buie della storia italiana, costrinsero uno dei migliori artisti nostrani di tutti i tempi ad appendere la chitarra al chiodo.