La rivoluzione sonica del Grunge permise ai suoi massimi esponenti di unire gli antichi ideali che avevano reso iconico il Rock con una nuova commistione di valori incentrati sull’impegno sociale e la vita vissuta. Il Seattle Sound trovò, come sappiamo, una figura fondamentale per il suo sviluppo nell’opera dei Nirvana e del loro immenso leader, Kurt Cobain. Ormai divenuto un’icona culturale, Cobain ha perpetuato, sebbene per pochi anni, una serie di forti convinzioni poste alla baso delle sue scariche adrenaliniche in musica. Tra gli ideali maggiormente promossi dai Nirvana, spiccano sicuramente quelli di uguaglianza e parità di genere. Questo, portò Kurt Cobain a trarre delle particolari conclusioni su alcuni protagonisti del Rock Classico, tra cui i Led Zeppelin. Le riportiamo in quest’articolo.
Kurt Cobain sui Led Zeppelin
Kurt Cobain rifletteva i temi a lui caro sulle sue canzoni. Molto spesso, infatti, i suoi brani hanno trattato tematiche delicate come la violenza sulle donne, nel tentativo di lanciare una serie di messaggi di sensibilizzazione. Durante un’intervista del 1993, il frontman dei Nirvana disse: “A scuola non riuscivo a fare amicizia coi maschi. Non erano compatibili con me. Per questo, alla fine, frequentavo molto di più le ragazze. Ho sempre avuto la sensazione che non venissero rispettate. Soprattutto perché le donne sono completamente oppresse“. Questo, spinse Kurt Cobain a trarre le sue conclusioni riguardo ad alcuni artisti come i Led Zeppelin, reputandoli misogini sotto l’aspetto dei testi.
Va comunque chiarito che, musicalmente, Kurt avesse sempre serbato una profondissima ammirazione nei confronti dei quattro membri dei Led Zeppelin. In ogni caso, le sue dichiarazioni al riguardo destarono non poco clamore. Il cantante, infatti, disse intervista da Rolling Stone nel ’92: “Nonostante ascoltassi moltissimo gli Aerosmith ed i Led Zeppelin e amassi alcune tra le loro canzoni, mi ci sono voluti tanti anni per capire che molti dei loro testi avessero a che fare col sessismo. Mi riferisco al loro modo di parlare delle esperienze sessuali che vivevano attraverso la musica”.
“Così, iniziai a capire cosa mi aveva fatto arrabbiare così tanto negli anni del liceo – ha continuato – All’epoca, il Punk Rock era molto di moda e arrivò tutto insieme. Tutto combaciava come un puzzle. Capii come mi sentivo socialmente e politicamente. Compresi tutto. Era questa rabbia che provavo, l’alienazione”. Con le sue nobili convinzioni, Kurt Cobain divenne un simbolo per i giovani e, successivamente, un’icona indiscussa del Rock. A parlarne fu anche Danny Goldberg, manager dei Nirvana che, intervistato da Forbes nel 2019, spiegò che Kurt si sentisse diviso dal fatto che, nonostante amasse quel tipo di musica, i testi non riuscissero a farlo sentire a suo agio. Questa poliedricità contrastante, avrebbe caratterizzato la figura di Cobain e la sua opera molto profondamente.