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Le migliori 5 canzoni censurate

Nel corso del tempo sono tanti gli alti e i bassi che una formazione deve affrontare, soprattutto se i loro testi trattano temi piuttosto “delicati” o se, ancora, il loro atteggiamento è alquanto fuori dagli schemi. E, per un periodo le censure -da radio, talk show o programmi televisivi- di determinate canzoni, erano all’ordine del giorno. Che sia per allusioni sessuali o per presunti richiami alle droghe, alla politica o qualsiasi altro argomento che potesse anche solo minimamente infastidire i pezzi grossi, sono state tantissime le canzoni che -per un motivo o per un altro- sono state censurate nel corso del tempo.

Le migliori 5 canzoni censurate: Killing in the Name, Rage Against the Machine

Iniziamo subito con un grande classico dei Rage Against the Machine: Killing in the Name. Pubblicata il 2 novembre del 1992 ed estratto dal primo album omonimo della band statunitense, la versione originale del brano prevedeva ben 17 “fuck“. E, proprio a causa di questo motivo -e di altre frasi come “fanculo, non farò quello che mi dici“- il brano non fu mai trasmesso negli Stati Uniti.

Another Brick in the Wall, Pink Floyd

In questa speciale classifica delle 5 più grandi canzoni censurate non poteva certo mancare l’iconica Another Brick in the Wall dei Pink Floyd. Estratto dal concept album “The Wall”, il brano Another Brick in the Wall -pochi mesi dopo la pubblicazione- fu censurato in Sud Africa perchè considerato dal governo come “pregiudizievole verso lo stato del Sud Africa”.

God Save the Queen, Sex Pistols

Come potevamo escludere da questa speciale classifica God Save the Queen dei Sex Pistols? Datata 12 maggio 1977, la canzone in questione è forse una delle più enigmatiche e controverse della storia della musica rock. E, successo a parte, God Save the Queen fu bandita dalla BBC e, come se non fosse bastanza, l’ente che regola le trasmissioni nel Regno Unito, vietò categoricamente di trasmetterla su qualsiasi canale.

My Generation, The Who

Anche My Generation degli Who -inno di un’intera generazione- fu bandita dalla BBC. Quando questo bellissimo pezzo degli Who fu pubblicato, il 5 novembre del 1965, era -secondo la BBC- offensivo nei confronti dei balbuzienti.

Rape Me, Nirvana

Giungiamo ora all’ultimo pezzo di questa speciale raccolta: Rape Me dei Nirvana. Eseguito per la prima volta dal vivo nel 1991, Rape Me racconta la storia di uno stupro: “violentami, vai avanti, violentami, picchiami. Non mi ucciderai mai”, canta il frontman Kurt Cobain. E fu, alla fine, proprio per la natura del testo che Rape fu censurato da MTV.

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