Grande cantautore e compositore italiano, Lucio Dalla si profila come uno dei più conosciuti in Italia per la sua musica e per i suoi testi, parte in collaborazione. Ha attraversato diversi generi e stili musicali, arricchendo enormemente il suo repertorio, fino a dedicarsi al cantautorato. Durante i primi tempi infatti Lucio si era dedicato alla composizione di musica, non a caso -infatti- è un ottimo polistrumentista: dal clarinetto al sassofono, che hanno segnato la sua giovinezza, fino ad arrivare al pianoforte. Nei primi anni Settanta Lucio Dalla pubblica il suo terzo album in studio Storie di casa mia, che lo lancia e lo riconferma come artista: qui Itaca, una traccia che gode di una particolarità.
Storie di casa mia, l’album di un successo
Nel 1971 Lucio Dalla pubblica il suo album Storie di casa mia che, come già detto, segnerà la sua carriera in maniera positiva. In quest’album è contenuto inoltre uno dei suoi brani più conosciuti, che portò anche al Festival di Sanremo. Si tratta di 4/3/1943, una canzone ricca di controversie e molto spesso considerata autobiografica quando effettivamente non lo è. L’album, composto da due lati, contiene undici canzoni. Ad aprire i due lati sono rispettivamente Itaca e La casa in riva al mare. In questo caso la musica è di Dalla eccetto per la traccia Strade su strade, di Lally Stott. Diversi autori si ritrovano anche per i testi. Sono di Gianfranco Baldazzi e Sergio Bardotti, tranne Il bambino di fumo, Il gigante e la bambina. Un uomo come me e 4/3/1943 che sono stati scritti da Paola Pallottino. Bardotti scriverà Lucio dove vai. Gli arrangiamenti sono di Guido e Maurizio De Angelis, degli Oliver Onions, eccezione fatta per Il gigante e la bambina e 4/3/1943 arrangiate da Ruggero Cini.
Come nasce Itaca di Lucio Dalla?
Si tratta di un aneddoto curioso. Innanzitutto il brano viene cantato da uno dei marinai di Ulisse. D’altronde il nome stesso del brano è molto indicativo, per cui il rimando alla sfera eroica e all’Odissea è a prescindere molto chiara. Quel che il marinaio vuole esprimere è la differenza tra il rinomato condottiero e la sua truppa. Letterariamente Ulisse è stato colui che con l’abilità della parola è riuscito a convincere i suoi compagni a partire. Se Ulisse aveva disposizione piccoli agi o comunque diverse donne, in questo caso i loro marinai vogliono tornare a casa, perché afflitti e lontani dalle loro famiglie. Incuriosisce però il il “coro popolare” che è stato realizzato grazie alla collaborazione degli impiegati della RCA Italiana, che i fratelli De Angelis fecero entrare all’interno dello studio per registrare. Un caso più unico che raro della discografia italiana.
“capitano le tue colpe
pago anch’io coi giorni miei
mentre il mio più gran peccato
fa sorridere gli dei
e se muori è un re che muore
la tua casa avrà un erede
quando io non torno a casa
entran dentro fame e sete
Itaca, Itaca, Itaca
la mia casa ce l’ho solo la”