Torniamo oggi a parlare di uno dei cantautori più complessi -e completi- della musica italiana: Franco Battiato. Nato il 23 Marzo del 1945, Francesco Battiato -questo il vero nome dell’artista- ha scritto pagine indelebili nella musica italiana, combinando perfettamente musica d’autore, rock progressive, musica elettronica, pop e musica sperimentale. E, come se non fosse abbastanza, il cantautore siciliano si è dedicato anche all’arte e al cinema: insomma, siamo di fronte ad un vero e proprio Maestro. E, dopo avervi raccontato le storie di alcune sue leggendarie canzoni -come ad esempio il grande classico ‘La Cura‘- siamo qui oggi per concentrarci su quella linea sottile che unisce Franco Battiato -compositore, cantautore e sceneggiatore italiano- e Bob Dylan, anche noto come il Menestrello di Duluth.
Franco Battiato: la connessione tra il cantautore italiano e Bob Dylan
Oggi siamo qui per analizzare il rapporto che lega questi due mostri sacri della musica: Franco Battiato e Bob Dylan. Per far ciò, però, è necessario fare un passo indietro e tornare al 1981. Quell’anno Franco Battiato pubblicò l’album “La voce del padrone“: una delle pubblicazioni più importanti della storia della musica. Uno dei primi album a raggiungere il milione di copie vendute. E, naturalmente, uno dei pilastri della discografia del cantautore di Ionia. Meno complesso dei precedenti “L’era del cinghiale bianco” e “Patriots“, ma sicuramente più organico, ‘La voce del padrone’ presenta infatti una serie di strumenti molto differenti tra loro, come ad esempio il vibrafono, l’organo Hammond, archi e sintetizzatori.
Il titolo dell’album, invece, oltre a riferirsi all’omonima casa discografica e ad un romanzo dello scrittore polacco Stanislaw Lem, prende spunto dal concetto di ‘padrone’ della filosofia del maestro e filosofo Georges Ivanovic Gurdjieff, incentrata sulla coscienza e sulla volontà dell’individuo.
Tutti gli omaggi nell’album “La voce del padrone”
Nell’album “La voce del padrone” ci sono tantissimi riferimenti al mondo della musica: si passa dai Rolling Stones ai Beatles, da Nicola di Bari ad Alan Sorrenti, da Vivaldi ai Doors, senza dimenticare naturalmente l’iconico Bob Dylan. Nella canzone ‘Bandiera Bianca‘, ad esempio, Franco Battiato si rivolge a Bob Dylan definendolo “Mr. Tamburino“, riferendosi naturalmente al brano scritto dal Menestrello di Duluth nel 1964 “Mr. Tambourine Man“.
Nella canzone “Cuccurucucù“, poi, avviene una cosa analoga. Nel testo del brano, infatti, il Maestro Battiato cita alcune canzoni della tradizione italiana come “Il mondo è grigio, il mondo è blu” di Nicola di Bari, “Il mare nel cassetto” di Milva, “Le mille bolle blu” di Mina, per poi passare a “Lady Madonna” e “With a Little Help From My Friends” dei Beatles, “Ruby Tuesday” dei Rolling Stones e, naturalmente, “Just Like a Woman” e “Like a Rolling Stone” di Bob Dylan.