Oggi vogliamo soffermarci ancora una volta su uno dei più grandi, geniali e innovativi cantautori della storia della musica italiana: Fabrizio De André. Come molto spesso accade ultimamente, vogliamo volgere la nostra attenzione su Fabrizio -Faber- De André e, dopo avervi raccontato la storia di alcune sue iconiche canzoni come ‘Il Gorilla’, ‘Il Pescatore, ‘Le passanti’, ‘Nuvole Barocche’, ‘Amico Fragile’, ‘Il Bombarolo’, ‘Un Matto’ e tantissime altre ancora, vogliamo oggi soffermarci su uno dei pochissimi brani strumentali del cantautore genovese: ‘Folaghe‘.
La collaborazione con Massimo Bubola per l’album “Rimini”
Per approfondire la storia di “Folaghe” di Fabrizio De André, bisogna però fare un passo indietro e tornare al 1978. Quell’anno Faber -dopo aver collaborato con Francesco De Gregori– cominciò a lavorare all’album “Rimini” insieme a Massimo Bubola (autore, insieme allo stesso De Andrè, di quasi tutti i testi e le musiche). Questo lavoro discografico -a differenza di quasi tutti i dischi precedenti- presenta un sound molto più vicino al folk europeo ed americano e al pop, piuttosto che alla ‘classica’ chanson francese. E, soprattutto, nasce dalle profonde delusioni politiche del cantautore genovese.
‘Rimini‘ presenta infatti testi molto più lirici e oscuri, si intravedono temi politici e ritornano alcuni personaggi molto cari a De André: prostitute, emarginati e tossicodipendenti. Vi sono, inoltre, anche due brani strumentali: ‘Tema di Rimini‘ e ‘Folaghe‘, appunto.
La storia di ‘Folaghe’, uno dei pochissimi brani strumentali di Fabrizio De André
Folaghe, come dicevamo, è uno dei pochi pezzi strumentali di Fabrizio De André. Alla composizione del brano partecipò anche l’artista e direttore d’orchestra Tony Mimms, al secolo Anthony Rutherford. Fabrizio De André nutriva molta stima per Mimms e definì questa collaborazione come ‘un’esperienza da un punto di vista artistico molto stimolante‘. I due avevano già collaborato all’album di Fabrizio De Andrè “Volume VIII” e il cantautore genovese apprezzò non poco la capacità dell’artista di Glasgow di ‘scrivere le partiture d’archi come dei fiati‘. Stando alle parole di De André, inoltre, ‘Mimms era capace di creare cose molto strane, ma straordinariamente belle’.
I lavori di Tony Mimms, trombettista e direttore d’orchestra scozzese
Non è un caso, infatti, che Tony Mimms sia considerato ancora oggi come uno dei più grandi arrangiatori e produttori di musica leggera italiana. Oltre a ‘Volume 8‘ e ‘Rimini‘, il direttore d’orchestra ha preso parte ad alcuni grandi album della tradizione italiana come ‘Questo piccolo grande amore‘ di Claudio Baglioni, ‘Singolare‘ di Mina, ‘Oltra la collina‘ di Mia Martini, arrivando anche a lavorare con artisti del calibro di Adriano Celentanoe Renato Zero.