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Michael Jackson, La storia di Man in the mirror

Michael Jackson ha dato vita a tantissime canzoni che sono rimaste nella memoria di tutti per varie ragioni. Sicuramente, ha sempre avuto un ruolo fondamentale la coreografia che veniva costruita sulla canzone. Michael Jackson è noto per le sue movenze di danza eccezionali, ma naturalmente la musica e il ritmo per quanto fondamentali non sono tutto. Il re del pop ha infatti scritto o talvolta solamente interpretato – brani scritti da altri quindi – canzoni dall’importante messaggio. Man in the mirror è una di queste ed oggi parleremo dell’importante messaggio che porta con sé.

Le canzoni umanitarie di Michael Jackson

Proprio perché canzoni con un contenuto impegnato socialmente erano assai frequenti nella discografia del re del pop, si parla di un filone umanitario nel repertorio di Michael Jackson. Quest’ultimo ha mostrato infatti sovente grande interesse per tematiche ambientali e sociali. Ciò non solo “a parole”, ma anche con i fatti, essendo stato uno dei filantropi più generosi nel mondo dello spettacolo. Fanno parte di questi filone la celeberrima Heal the world, Earth Song, Cry, The lost children, ecc. Senza dimenticare poi uno dei progetti più ambizioni del cantante: l’iconica We are the world. Quando si parla di messaggi umanitari spesso si rischia di scadere nel banale. Oramai molti di noi hanno sviluppato una cinica intolleranza verso certi slogan e frasi fatte, che comunque celano ugualmente spesso profonde verità. È pur vero che, in generale, la musica stessa solitamente è in grado di mandare messaggi con risultati migliori anche di altri mezzi. Una canzone non può cambiare il mondo, ma ci prova e sono tanti gli artisti che hanno avuto un grande impatto in tal senso.

La forza di Man in the mirror

Man in the mirror è una di quelle canzoni che, per quanto possa sembrare retorico da dire, ci insegna oggettivamente tanto. Non è stata scritta, tuttavia, da Jackson, bensì da Siedah Garrett e Glenn Ballard. Garrett è una cantante assai talentuosa e grande compositrice, che a quanto pare scrisse il brano in una notte. Venne estratto nel gennaio 1988 come quarto singolo dell’album Bad, dove è presente anche I just can’t stop loving you in cui Siedah Garett canta in duetto con Michael Jackson. Quest’ultimo durante i concerti era solito eseguirla alla fine, concludendo con grande energia lo spettacolo. Andando al significato, il testo della canzone vuole mostrare l’idea di un cambiamento nel mondo che parta dall’individuo. Se tutti noi facessimo la nostra parte, sicuramente la vita sarebbe più semplice. Sarebbe possibile fare un cambiamento, come continua a ripetere il ritornello. “Make that change” è presto diventato un motto assai amato di Michael Jackson, che ha espresso un messaggio forte e chiaro grazie ad un testo efficace, ma anche con le sue movenze.

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