Cosa accadde quando Paul McCartney ascoltò per la prima volta Lucio Battisti? Possiamo immaginare la risposta, dato che il cantautore di Poggio Bustone fu ad un passo dalla firma di un contratto discografico con la stessa etichetta dei Fab Four. Eppure, l’artista rispedì clamorosamente l’offerta al mittente, in piena coerenza con un’integrità morale di assoluto rilievo, che nessuna somma di denaro avrebbe mai potuto scalfire. Scopriamo insieme i dettagli principali di una storia davvero ricca di fascino, che pone ancora una volta in evidenza la classe di un vero artista della musica italiana e non solo.
L’aneddoto raccontato da Mogol su Lucio Battisti
Ma ora torniamo ancora una volta al quesito iniziale, ossia al primo ascolto di Lucio Battisti da parte di una rock star straordinaria come Paul McCartney. Secondo quanto dichiarato dallo storico paroliere di Lucio, Giulio Rapetti in arte Mogol, l’ex Beatle “aveva tutti i suoi dischi”. Sembra, quindi, che il cantautore inglese sia rimasto particolarmente impressionato da un genio tutto italiano, che nei decenni successivi avrebbe realizzato numerosi brani dal consenso straordinario. Quindi, Mogol racconta un aneddoto molto interessante sul rapporto indiretto tra i due.
“Mi risulta difficile dirlo, ma vi racconto un aneddoto. Forse non tutti sanno che, tramite Paul McCartney, in possesso di tutti gli album di Battisti, lui è stato corteggiato dai produttori dei Beatles. Avrebbero puntato di lui investendo milioni di dollari per lanciarlo nel mercato americano”. Una proposta irrinunciabile quasi per tutti, ma non per Lucio Battisti. “La cosa incredibile”, concluse Rapetti, “è che lui rifiutò l’offerta. Gli sembrava eccessivo dover dare ai produttori il 25% dei suoi introiti discografici”. Anche da un aspetto del genere si nota una personalità davvero fuori dagli schemi, senza alcuna paura di snaturare se stessa.
La connessione tra i Beatles e Battisti
Un ulteriore collegamento tra i Beatles e Lucio Battisti scaturisce dalle dichiarazioni di Donato Zoppo. Quest’ultimo ha scritto un libro dedicato all’artista romano di origini milanesi, Il nostro caro Lucio, che parla della sua carriera sorprendente. “Come forza rivoluzionaria, gli inglesi hanno avuto i Fab Four e noi abbiamo avuto Lucio. Tuttavia, per lui il riferimento concettuale principale era Bob Dylan. Battisti ha saputo rivoluzionare la musica pop in Italia come i Beatles all’estero. Tuttavia, era più ispirato all’R&B e al folk rock. Ha avuto tutto il tempo di evolversi, aggiungendo al suo stile il synth pop e il funk”.
Quindi, Zoppo ha parlato del collegamento tra il mondo dei Beatles e quello di Lucio Battisti. Anche lui ha sottolineato quanto Paul McCartney apprezzasse il suo collega nostrano e si interessasse molto al suo stile e ai suoi testi. “Voleva sapere se Battisti lavorava in esclusiva con Mogol o se potevano accedere anche altri artisti. Inoltre, Battisti frequentava Londra con una certa frequenza. Nonostante fosse in origine un provinciale, amava intrecciare rapporti anche all’estero. Il legame nacque grazie al papà di Mogol, dirigente della Radio Record con diversi brani dei Beatles in catalogo. Mogol traduceva tante canzoni dalla lingua inglese”. Quindi, anche lui ha citato l’offerta della casa discografica britannica a Battisti, rifiutata da quest’ultimo perché “voleva di più, dato che sapeva di valere di più”.