Quando una band è agli atti finali, quando si avvicina il fatidico ultimo show, sperano tutti sia un qualcosa di memorabile, un qualcosa che resterà negli annali, la coronazione di una lunga e impegnativa carriera. Non sempre, però, le cose vanno secondo i piani. Prendete ad esempio i Doors: l’ultimo show della band capitanata da Jim Morrison fu un vero e proprio disastro.
12 dicembre 1970: un irriconoscibile Jim Morrison si esibisce per l’ultima volta
Jim Morrison -anche noto con gli appellativi “Re Lucertola” e “Mr Mojo Resin”- negli anni settanta stava attraversando uno dei suoi tanti momenti “no” e, dopo averne combinate di tutti i colori, cercò disperatamente di ricucire i rapporti con la band. Purtroppo però, la sua personalità carismatica e geniale era sovrastata completamente dal suo alter ego (Re Lucertola, Mojo Resin, chiamatelo come vi pare). Un alter ego sociopatico, alcolizzato e auto distruttivo. Jim Morrison non era più lo stesso, non era più il frontman capace di dominare i palcoscenici internazionali, il frontman capace di farsi trascinare giù dal palco dalla polizia mentre i fan gridano a gran voce il suo nome.
No, quel Jim Morrison non c’era più. Era rimasto solo un ricordo lontano di quella figura. E, il 12 dicembre del 1970, al Warehouse di New Orleans -in quello che andrà a configurarsi come l’ultima esibizione dal vivo dei Doors– Jim Morrison raggiungerà l’apice del suo fallimento. Il punto più basso.
Ray Mazarek: “sembrava che Jim avesse già lasciato il palco, nonostante fosse palesemente in piedi di fronte a noi”
Il Re Lucertola, Mr Mojo Resin, Jim Morrison: nessuno dei tre quella sera riuscirà a restare in piedi, a dare un barlume di speranza ai suoi compagni di band e al pubblico tutto. Il tastierista dei Doors –Ray Manzarek– arriverà a dire di quell’ultimo show: “sembrava che Jim avesse già lasciato il palco, nonostante fosse palesemente in piedi di fronte a noi. Era assente, immobile, distante. Sembrava che stesse da un’altra parte.”
Il cantante di Melbourne verte in condizioni pietose, non ricorda le parole, farfuglia qualcosa di tanto in tanto e si aggrappa al microfono, quasi come se fosse la sua ultima ancora di salvezza. Una salvezza che, però, non arriverà mai. Qualche mese dopo –il 3 luglio del 1971– Jim Morrison fu ritrovato senza vita dalla sua fidanzata Pamela, nella bagno dell’appartamento che condividevano a Parigi. Quel giorno, a soli 27 anni, ci lasciò uno dei più grandi artisti che la storia della musica abbia mai conosciuto.