La musica (che sia rock, pop, metal, jazz, reggae e via dicendo), sin dagli albori, ha sempre avuto un grande impatto sul nostro umore e sulla nostra mente. Scegliere di ascoltare un determinato genere di musica piuttosto che un altro, può essere davvero catartico. In questo articolo, in particolar modo, vogliamo soffermarci su una serie di canzoni tristi, una serie di canzoni che, negli anni ottanta, ci hanno fatto vibrare le corde del cuore, catapultandoci in un altro mondo. Senza ulteriori indugi, andiamo oggi a scoprire le 5 canzoni più tristi degli anni ottanta.
Negative Creep, Nirvana
Partiamo subito con un grande classico, con una band che -a partire dalla seconda metà degli anni ottanta- ha collezionato un successo dopo l’altro: i Nirvana. Oggi, in particolar modo, prenderemo in analisi forse uno dei brani più tristi della band di Aberdeen: Negative Creep. Estratto dall’album d’esordio del 1989 Bleach, Negative Creep è stata scritta interamente dal frontman Kurt Cobain e, stando alle sue parole, è piuttosto autobiografica. Il cantante della band grunge si descrive come un ‘individuo negativo e disgustoso‘. I critici, inoltre, la definirono “un esempio di quello che dovrebbe essere il vero grunge di Seattle.”
A Forest, The Cure
In questa speciale classifica delle 5 canzoni rock più tristi degli anni ottanta non potevamo certo non inserire un brano dei mitici Cure. A Forest, pubblicato l’8 aprile del 1980 ed estratto dall’album Seventeen Seconds, è la massima espressione della fase gothic rock dei Cure (durata più o meno dal 1980 al 1982). Nonostante inizialmente sia stata giudicata come “orribile” e “istantaneamente datata”, A Forest è diventata col tempo uno dei cavalli di battaglia dei Cure.
With or Without You, U2
Pubblicata il 16 marzo del 1987, With or Without You è una delle canzoni più celebri degli U2. Estratta dall’iconico The Joshua Tree, la canzone si presenta come una tipica ballata rock anticonvenzionale e struggente: fu lo stesso Bono, infatti, ad ammettere che With or Without You si distaccava da qualsiasi canone di ‘ballata pop-rock’ degli anni ottanta.
Please, Please, Please Let Me Get What I Want, The Smiths
Più che come una canzone, Please, Please, Please Let Me Get What I Want degli Smiths si configura come una sorta di preghiera. Pubblicata il 24 agosto del 1984 come lato B del singolo William, It was really nothing, la canzone si presenta come una piccola, struggente, ballad di 1,52 secondi.
Faithfully, Journey
Veniamo ora all’ultimo pezzo di questa speciale classifica delle 5 canzoni rock più tristi degli anni ottanta: Faithfully dei Journey. Rilasciata nel 1983 ed estratta dall’album Frontiers, Faithfully è stata composta interamente dal tastierista Jonathan Cain ed è diventata, col tempo, uno dei pezzi più celebri della band.