Conosciamo tutti la storia di Michael Jackson. Un bambino di appena cinque anni, che così giovane viene catapultato nel mondo della musica e poi dello spettacolo. Inserito in una band familiare prima senza nome, ma che poi diventa “Jackson 5“. Con i suoi fratelli Jackson calca palchi importanti, ha una grande visibilità, ma ad un prezzo che non accetterà mai di aver pagato: la perdita della sua infanzia. Come racconta nella sua autobiografia, Moonwalk, sicuramente ricorda con felicità i momenti con i fratelli durante le prove, meno quelli con il padre, lo sappiamo. Ad un certo punto, però, quel bambino che tutti amano spicca il volo da solo. Pur rimanendo ancora nei Jackson 5, fa il suo esordio come solista. L’album con cui avviene questo è Got to be there.
Il debutto solista a soli tredici anni
Jackson non è più un bambino, ma non è nemmeno un adulto: ha solamente tredici anni. Così, esce Got to Be there, album di esordio solista del futuro re del pop e pubblicato dalla Motown nel gennaio del 1972. Alla Motwon Jackson ha spiegato più volte di dovere molto: furono loro i primi ad accorgersi del talento di Jackson anche da solo, poiché già all’età di tredici anni vantava una grande estensione vocale ed una professionalità che manterrà per tutta la sua vita. Fin da bambino, guidato anche da altri ovviamente, sarà sempre un grande perfezionista. L’album includeva delle cover importanti: Ain’t No Sunshine, classico di Bill Withers , You’ve Got a Friend di Carole King e Love Is Here and Now You’re Gone dei Supremes. La cover di Ain’t No Sunshine fu una delle prove vocali di Jackson di maggior successo dell’epoca.
Tra progetti da solista e i Jackson 5
Proprio per il fatto che Got to be there viene pubblicato quando Jackson è ancora bambino, si è soliti fare una differenza tra questa prima fase solista e quella “vera” nel senso di “adulta”, che come sappiamo avrà inizio con Off The Wall nel 1979. Tuttavia, dopo questo primo album, Got to be there, la carriera solista “adolescenziale” di Jackson avrà altri tre album, tra i quali quello che contiene il suo primo singolo numero uno: Ben. Quando uscì Got to be there, Jackson continuava comunque ad esibirsi con i suoi fratelli. Invece, fu proprio l’album Ben e la title-track a segnare una delle sue prime esibizioni da solista: cantò Ben agli Oscar 1973, a cui proprio quel brano, colonna sonora dell’omonimo film, era stata candidato come miglior canzone.