Francesco De Gregori è considerato uno dei maggiori cantautori italiani. Un cantautore che ha messo tanto nei suoi testi e ch’è riuscito a parlare delle tante sfumature della vita. Ha riscosso un grande successo, soprattutto con l’album Rimmel che segna i suoi anni Settanta. Abile con le parole, riesce a modularle creando delle vere e proprie poesie, benché non sia molto d’accordo con l’etichetta di “poeta”. De Gregori infatti, ama definirsi artista e accetta raramente soprannomi o precise definizioni. Contenuta in questo album, vi è una traccia dal particolare significato, un significato profondo che fa da ponte tra quel che è stato e quel che è (o era). Il suo nome è “Le Storie di Ieri“: ecco il significato di questa traccia di Francesco De Gregori.
“Le Storie di ieri” di Gregori, pubblicarla o no?
Ci sono state un po’ di riserve sulla pubblicazione di questo brano, ma non per via dell’autore.
Era il 1974 e De Gregori aveva registrato e pensato la canzone per il suo album Francesco De Gregori che uscirà quell’anno, ma “Le Storie di Ieri” sarà scartata dal prodotto finale, per via dell’etichetta con cui De Gregori stava collaborando in quel periodo. La sua pubblicazione però, non si farà attendere moltissimo. L’anno successivo troverà posto nell’album Rimmel, con delle rivisitazioni e dei ritocchi nel testo, per la stessa etichetta. Questi inoltre, sono gli anni in cui De Gregori comincia il suo soggiorno con De André nella villa del cantautore genovese. La stessa canzone sarà inserita da De André in Volume VIII.
Il rapporto tra ieri e oggi, tra padre e figlio
La canzone ha un taglio prettamente politico ed è forse una delle più esplicite se si guardano i testi di De Gregori, o meglio, assume una precisa posizione di denuncia. Scorrendo velocemente fra le righe forse il significato non arriva subito, ma se si fa attenzione ci sono delle spie nel testo che rimandano all’oggetto di De Gregori, il fascismo. Tralasciando l’aspetto politico, centrale è l’intricato rapporto tra passato e presente, che il Principe cerca di rendere. Il padre infatti, insieme a tutta la sua generazione, rappresenta ciò che è stato. Un pezzo di storia che non può e non deve essere negato e che si affaccia sul presente, un presente che è a sua volta minacciato. Il bambino, che incarna il significato di presente è ignaro di quello che sta succedendo. E’ ignaro perché vive nell’inconsapevolezza e il pensiero di una minaccia non lo sfiora nemmeno. Eppure, capirà. E’ il momento della consapevolezza, forse, quello più amaro in assoluto. E’ come se la forma stessa del mondo e delle cose cambiasse. Per questo si dovrebbe agire.
La morale del brano
Come già detto, il brano è quasi una denuncia velata, un’esposizione politica abbastanza chiara. Colpisce l’articolazione testuale e i parallelismi creati da De Gregori: passato e presente, padre e figlio, inconsapevolezza e presa di coscienza. Sono i nodi su cui si basa il testo, che pur essendo molto personale racconta un po’ la storia di tutte le storie, con la costante suddivisione tra evento passato e spettatore presente, come il bambino di De Gregori che “[…]si è fermato /si è stancato di seguire aquiloni.