Da quando l’8 dicembre 2005 è stato rilasciato negli Stati Uniti, Guitar Hero ha cambiato completamente il modo di interagire con la musica: questo videogioco musicale permette infatti ai fan del rock di interagire ed interpretare i brani di (quasi) tutti i loro artisti preferiti. La strada verso il successo, però, non è mai in discesa. In questo articolo vogliamo soffermarci proprio su questo aspetto, analizzando la storia di Guitar Hero: il videogioco che ha fatto innamorare milioni di appassionati di rock.
Guitar Hero, la storia del gioco che ha fatto innamorare milioni di appassionati di rock
Questa serie di videogiochi musicali si è rivelata particolarmente redditizia per la RedOctane, società specializzata in controller e accessori per videogames. L’idea di integrare anche una chitarra come dispositivo, però, inizialmente non convinse le società interessate al progetto:
“Ci siamo rivolti a vari investitori, ma nessuno sembrava realmente interessato -ha raccontato Charles Huang, co-fondatore di RedOctane- pensavano tutti che fosse ‘un po’ strano come concetto.’ Così abbiamo dovuto aprire un altro mutuo e chiedere soldi in prestito.”
Alla fine, però, si fece avanti la Harmonix Music System, una piccola società di software con base a Boston. Entrambe le società -per la progettazione di Guitar Hero, il gioco che ha fatto innamorare milioni di appassionati di rock– si ispirarono a GuitarFreaks, storico videogame creato dal gigante del software Konami. E, oltre ‘a prendere il prestito’ l’idea di introdurre strumenti usati come controller, l’Harmonix e la RedOctane presero spunto anche dal titolo per il loro ‘Guitar Hero’.
Il problema dei diritti delle canzoni
Gli ideatori del gioco introdussero poi sulla chitarra-controller dei pulsanti colorati corrispondenti a diverse note sullo schermo. Lo scopo del gioco è -infatti- quello di guadagnare punti suonando le note corrette al momento giusto e, naturalmente, più una canzone è veloce e complessa e più troverete difficoltà nel raccogliere punti.
“Relativamente parlando, Guitar Hero era un gioco a basso budget -ha spiegato il designer di Harmonix, Rob Kay- circa un milione di dollari, che è piuttosto basso come budget per un videogame. Allo stesso tempo eravamo tutti molto emozionati di poter lavorare ad un videogioco rock. Nessuno di noi si sarebbe aspettato tutto questo successo. Anzi, a dirla tutta inizialmente ci chiedevamo: ‘ma a qualcuno piacciono ancora le chitarre’? Per fortuna si!”
L’aspetto più ‘noioso’, secondo Kay, è stato convincere gli artisti a cedere i diritti delle proprie canzoni:
“Quando abbiamo cominciato a progettare il gioco, non sapevamo quali tracce inserire, ma avevamo una lunga serie di desideri. Questo processo di concessione di licenza musicale richiede molto tempo e, alla fine, abbiamo adattato l’elenco in base alle risposte ricevute. Avevamo, ad esempio, un prototipo di Back in Black degli AC/DC, ma non abbiamo mai ottenuto la licenza per inserirla.”
Guitar Hero, in conclusione, ha appassionato milioni e milioni di appassionati di rock, diventando col tempo un vero e proprio fenomeno culturale.