Rino Gaetano è tra i cantautori più importanti della storia della musica italiana. Canzoni come Ma il cielo è sempre più blu sono rimaste nell’immaginario collettivo come eterni capolavori. Al suo esordio, Rino Gaetano non pubblicò con il suo nome, che invece adesso è noto a tutti. Il suo album d’esordio, Ingresso libero, contiene una canzone che si chiama Tu forse non essenzialmente tu, spesso erroneamente considerata una canzone d’amore. Scopriamo perché non lo è.
L’esordio di Rino Gaetano
Prima di esordire con un disco che portasse il suo nome, Rino Gaetano aveva pubblicato nel 1973 quando la canzone I Love You Maryann con lo pseudonimo di Kammamuri’s, un omaggio a un personaggio dei Pirati della Malesia di Emilio Salgari. Il primo vero lavoro con il suo nome fu Ingresso libero. Questo disco non è il più amato del cantautore, che in seguito sicuramente avrà modo di sorprendere pubblico e critica con lavori migliori, ma è un ottimo “laboratorio giovanile” per quella che sarà la sua discografia in toto, con altri cinque album successivi che avranno un enorme successo. Già vediamo infatti elementi chiave della sua musica: il nonsense (A.D. 4000 d.C.), le metafore, il simbolismo, tematiche scomode (come A Khatmandu che si riferisce alle droghe leggere) ecc.
Tu forse non essenzialmente tu
Si pensa molto spesso a questo brano come ad una canzone d’amore. In realtà allude ad uno dei momenti più importanti della carriera di Rino Gaetano: nel 1974 conobbe Bruno Franceschelli, nel “Bar del Barone” a Roma, che ormai non esiste più. Quest’amicizia fu un legame profondo, che fu fonte di ispirazione per tutte le composizioni di Rino Gaetano. Allora Tu forse non essenzialmente tu non allude al sentimento dell’amore, ma quindi all’amicizia, quella che sa ascoltare e soddisfare il “bisogno di raccontare”:
Tu, forse non essenzialmente tu
Un’altra, ma è meglio fossi tu
Hai scavato dentro me e l’amicizia c’è
Io che ho bisogno di raccontare
La necessità di vivere rimane in me.
Il tempo e l’amicizia
Nel testo c’è proprio un riferimento al Barone, sicuramente ispirato al bar in cui lui e Bruno si erano conosciuti. Altra tematica importante è il tempo: Rino Gaetano ci dice che non facciamo nemmeno in tempo a vedere nostra madre che già siamo nati, in tal senso la nostra vita sembra quasi inutile. In questa inutilità però si cerca un passaggio per raggiungere un amico, si cerca un’anima, qualunque cosa voglia dire, il tempo sembra quasi essere salvato da questo legame. Come sempre Rino Gaetano è molto criptico, ma non per questo poco poetico. Al contrario, questa storia evidentemente autobiografica ci emoziona proprio per questa sua indecifrabilità. Ad esempio non è chiaro perché usi il pronome femminile, ma potrebbe alludere al fatto che a volte si preferisca una donna ad un amico, ironicamente.