Torniamo oggi a parlare di uno degli eventi che maggiormente ha segnato la storia della musica rock: la morte di Chris Cornell, storico frontman dei Soundgarden e degli Audioslave. Avvenuta il 18 maggio del 2017, la morte del cantautore di Seattle è ancora avvolta da un alone di mistero e, tra le persone che maggiormente vogliono far chiarezza sull’episodio, c’è Toni Cornell. Da quando Chris Cornell è volato in cielo, sua figlia Toni non ha smesso un attimo di omaggiare e ricordare suo padre.
La morte del frontman dei Soundgarden
Recentemente, ricordando la morte di suo padre Chris -archiviata a tutti gli effetti come suicidio- Toni Cornell ha spiegato:
“Mio padre proveniva da una famiglia particolare, una famiglia in cui tutti e due i genitori soffrivano di alcolismo e lui era spesso vittima di abusi. Cominciò ad avvicinarsi alle droghe all’età di 14 anni, in particolarmente agli allucinogeni, che gli causavano forti attacchi di panico. E di certo non poteva parlarne con i suoi genitori, quindi per anni affrontò tutto da solo, senza alcun supporto.”
“Col tempo, poi -continua Toni Cornell- mio padre ha riflettuto sui suoi errori e ha condiviso la lezione con noi. Ci ha spiegato come ha fatto a superare l’ansia e di come ha fatto a passare dall’alcool alle droghe. Ci ha insegnato il reale significato della parola ‘dipendenza’, che è un tema molto importante per me.’
Morte di Chris Cornell, parla sua figlia Toni: “la morte di mio padre non era inevitabile’
La figlia di Chris Cornell si è poi soffermata sul suicidio di suo padre Chris, spiegando che -secondo la sua opinione- la sua morte non era inevitabile:
“Ha perso la vita in un momento difficile, un momento in cui le droghe hanno alterato la sua realtà. E, sia chiaro, questo tragico periodo della sua vita non definisce in alcun modo la sua persona e questo vale anche per tutti gli altri casi. La speculazione macchia i ricordi di chi veramente conosceva Chris Cornell e di chi lo amava. La speculazione porta avanti una menzogna dannosa e irrispettosa. La morte di mio padre non era inevitabile: dobbiamo fermare queste voci che non ci permettono di capire che si tratta di un disturbo mentale e non di una debolezza morale.”
Della stessa idea è anche Vicky Cornell. La vedova Cornell infatti, l’anno scorso -durante un intervento presso il Congresso degli Stati Uniti a Washington– spiegò:
“Mio marito Chris non è stato rapito dai demoni, la sua morte si poteva evitare. Basta con queste voci, basta con questo concetto di dover necessariamente toccare il fondo. Basta speculazioni.”