Ma come? Il manager della band dei Guns N’Roses salvò la vita a Slash? Ebbene sì e per capire cosa successe dovete andarvi a vedere il film Pulp Fiction. Vi ricordate di quando Mia Wallace interpretata da Uma Thurman ha una overdose e viene salvata con una siringa di adrenalina? Scusate lo spoiler ma se non avete visto il film di Tarantino siete un po’ dei babbi. Ebbene nella biografia della band di Axl Rose il manager della band Doug Goldstein ha detto di aver salvato la vita a Slash non una volta, non tre volte ma ben cinque volte. Ma per quale motivo Slash rischiò la vita? L’amore c’è sempre di mezzo.
I problemi sentimentali del chitarrista dei Guns N’Roses
Erano gli anni Novanta e il chitarrista dei Guns N’Roses stava pianificando il proprio matrimonio con Renee Suran, relazione uffiicialità nell’ottobre 1992. A quanto pare però la sua relazione con lei si arenò e si distrusse perché Slash ebbe una storia con Perla Ferrar. Tra le altre cose, Perla divenne la seconda moglie di Slash anni dopo. In quel periodo le cose per Slash non andavano proprio benissimo e si abbandonò forse in preda alle depressione alle droghe. Slash e la prima moglie iniziarono a litigare pesantemente a San Francisco. Certamente non era un periodo semplice per Slash.
La disperazione e il salvataggio di Slash
Slash decise di chiamare un amico che faceva film per adulti e il suo fidanzato e decisero di appartarsi in un hotel. Il gruppo prese moltissime sostanze e Slash non stette per niente bene. Il suo manager andò all’ospedale dove era stato ricoverato il chitarrista dei Guns N’Roses e gli portò una bottiglia di Jack Daniel’s, un superalcolico. Al manager venne proprio in mente la scena famosissima di Pulp Fiction e pensò bene di fare lo stesso. Chiaramente fu un rischio pazzesco e se a qualcuno dovesse venire in mente una idea del genere invitiamo ovviamente a non farlo, per niente. Il manager, supportato dai medici, gli fece una iniezione di oppioidi con una siringa piena di naloxone.
La quinta volta in cui il manager salvò Slash
Ma non era certo la prima volta che succedeva una cosa del genere. Il manager disse: “Ce l’avevamo fatta a miracolo. Ho infilzato Slash con quella siringa per cinque diverse volte. La quinta volta era diventato un codice blu ed eravamo a San Francisco per il tour di Metallica nel 1992. Avevo sentito che mi avevano chiamato alle 3 della mattina e Slash era praticamente morto fuori dall’ascensore. Mi sono fiondato con la siringa e l’ho colpito al petto. Poi lo abbiamo portato via insieme a un altro gruppo di ragazzi e poi abbiamo mandato via i vari spacciatori che lo avevano quasi ucciso”.
La lezione
Slash venne clinicamente dichiarato morto per quasi 10 minuti a causa di un mix di droghe e alcol. Il chitarrista disse di essere davvero fortunato a essere ancora vivo per raccontare quella storia. In quei momenti ha capito come superare quei problemi e mettere al centro la musica e soprattutto la propria vita. Gli è andata bene, ad altri invece molto meno.