Dave Grohl ha rilasciato un’intervista a Bruce Springsteen in occasione del secondo episodio del suo Letter To You Radio Show, in onda su Apple Music Hits e collegato al suo ultimo album. Insieme a Grohl, era presente anche il frontman dei Pearl Jam, Eddie Vedder. Il Boss ha parlato con entrambi, illustrando le loro tappe verso il successo a livello mondiale. In particolare, Grohl ha raccontato la sua esperienza sia con i Nirvana che con i Foo Fighter, fornendo una serie di particolari davvero molto interessanti.
Dave Grohl e la passione per i Beatles
Dave Grohl ha subito raccontato di aver iniziato a fare musica grazie ai Beatles. “Non ho mai immaginato di poter diventare un Beatle, o quantomeno di essere come una star del rock come quelle che ho nella mia collezione di dischi o come poster alle pareti. Mi piaceva quel giusto mix di armonia, composizione e arrangiamento, essendo convinto che tanti strumenti fossero in grado di creare suoni emozionanti, dalle sensazioni forti”. Un inizio col botto, dunque.
Le origini musicali di Dave Grohl
Tornando a parlare delle sue origini, Dave Grohl si definiva come il tipico “ragazzo nerd e magro della periferia della Virginia che si era innamorato del punk rock underground degli Stati Uniti”. Dopo aver visto la prima esibizione di una band presso il Cubby Bear, un piccolo bar del suo territorio, Dave si è accostato ai Ramones: “Erano il simbolo del punk rock americano, con tre accordi e canzoni da due minuti e mezzo semplici ed efficaci”. Il cantante e batterista rimase stupefatto da una scoperta del genere: “Quando sono tornato a casa in Virginia, ho provato a convincere i miei amici su questo genere di musica, ma non c’ero riuscito. Ho comunque iniziato a suonare in vari gruppi. Dovevo suonare rock, ce l’ho sempre avuto nel sangue”.
Il successo insieme ai Nirvana e ai Foo Fighters
Dave Grohl ha raggiunto così il culmine della carriera insieme ai Nirvana, dei quali era il batterista ufficiale. Ecco come li ricorda: “Kurt Cobain scriveva canzoni in maniera incredibile, creava empatia con l’ascoltatore. Funzionavamo ancora come una vecchia band che girava a bordo di un vecchio furgone sporco, senza avere una minima idea su un possibile successo. Non mi aspettavo che i Nirvana sarebbero diventati così importanti. Facevamo un rock totalmente puro, come bambini che picchiavano sugli strumenti. Alla morte di Kurt, non volevo più suonare. Mi spezzava il cuore stare dietro una batteria. Mi sono poi reso conto che la musica mi avrebbe guarito ancora una volta, e così ho creato i Foo Fighters con i quali sono ripartito da zero”.
L’obiettivo di Eddie Vedder di realizzare dischi sempre migliori
Al contempo, il cantante dei Pearl Jam Eddie Vedder ha dichiarato la sua chiara ispirazione alle leggende del grunge. “Ho pensato fin da subito che, se alla gente fosse piaciuto un determinato disco, lo sarebbe stato per l’attenzione nei confronti del nostro primo album Ten. Non avevamo neanche completato il secondo lavoro. Il mio obiettivo era quello di realizzare dischi sempre migliori. Pensavo che avremmo potuto fare prodotti sempre migliori. Non volevo più fermarmi”.