Perché Jimmy Page impazzì dopo la reunion dei Led Zeppelin nel 2007? Il chitarrista storico dei Led Zeppelin ha spiegato che la sera successiva la grandiosa reunion della band alla O2 Arena di Londra non stava per niente bene. Jimmy Page infatti stava malissimo e aveva i nervi a pezzi. In una nuova intervista con Classic Rock, il chitarrista della band ha ricordato di aver fatto delle prove intense con il bassista John Paul Jones e con Jason Bonham, il figlio dell’ex batterista John Bonzo Bonham. Tutto questo prima della effettiva performance alla reunion a cui poi si aggiunse, per quanto riguarda sia le prove che il live, anche Robert Plant.
Le parole di Jimmy Page
Il chitarrista ha detto che in realtà Robert Plant non gli mancava per nulla. Ha detto: “Ci siamo veramente divertiti moltissimo fino a quel preciso periodo mentre facevamo le prove, eravamo praticamente noi 3 e basta. Eravamo io, il bassista John Paul Jones e Jason Bonham a suonare tra noi e si sentiva che Jason era veramente un membro del gruppo, non era lì solo perché era il figlio di John. Jason era con noi perché era veramente un gran bravo batterista e meritava sul serio di star in quel posto che era di suo padre. Lui aveva davvero bisogno di sapere questa cosa”.
Le prove e Robert
A quel punto, dopo aver fatto le prove, Jimmy Page iniziò a ragionare insieme ai suoi ex e nuovi compagni di band. Era tutto fatto per un tour, almeno a livello nominale. Tutto però morì quando davanti a lui e agli altri si parò davanti il vero e proprio nemico, ovvero Robert Plant. Il cantante dei Led Zeppelin era sempre stato restio a una qualsiasi reunion, ad eccezione di qualche esempio veramente molto sporadico. Il cantante disse che non ci doveva essere alcuna discussione su un eventuale tour, non ci doveva essere alcun tour.
Jimmy Page e la voglia di suonare
Jimmy Page impazzì dopo la reunion dei Led Zeppelin nel 2007 per questo e non solo. Disse infatti che lui e la band aveva provato nel 2007 insieme per un concerto che doveva durare circa 30 minuti. Jimmy Page non era assolutamente felice di questo e voleva suonare molto di più, anche perché il gruppo aveva suonato al Live Aid. Così spinse al massimo per cercare di fare un concerto molto più grande e lungo e di fatto ci riuscì, convinto di poter suonare per due giorni.
L’ansia di Jimmy Page
Inutile dire che il giorno dopo le prove si sentiva veramente molto nervoso e si era svegliato alle 7 di mattina. In fondo è anche bello sentire che un musicista si senta ancora emozionato dopo una carriera durata 50 anni, avendo suonato in tutto il mondo e in ogni condizione. Ma il bello della musica era anche questo, ovvero quello di amare talmente tanto lo strumento e la musica in sé da voler suonare a tutti i costi e superare i propri limiti. Lui doveva fare il concerto di reunion alla O2 Arena di Londra e poi andare in tour. Ma ciò non avvenne mai.