Ogni artista realizza un album rock con l’obiettivo principale di venderlo, senza stare a pensare troppo di cercare di entrare nella storia del genere. Sono poche le star che possono esportare la loro musica in giro per il mondo. Diversi solisti e gruppi hanno scelto di realizzare dischi inserendo ciò che il pubblico avrebbe voluto sentire, sostenendo sforzi davvero minimi. Vi mostriamo, di seguito, 5 album rock dalla qualità generale pessima rispetto alla media di coloro che li hanno incisi. Tali lavori dimostrano che, in determinati casi, cercare di restare al passo con i tempi non significa realizzare buoni album.
1. The Who – It’s Hard
Iniziamo subito da una band leggendaria del mondo del rock, ossia gli Who. Da My Generation in poi, il gruppo ha dato vita ad una sperimentazione in grado di trasformare un genere ed ispirare numerose altre band. It’s Hard è stato il primo album nel quale il complesso ha scelto di seguire le tendenze contemporanee. Certo, non stiamo parlando di un disco orribile, ma l’inserimento dei sintetizzatori da parte di Pete Townshend è alquanto emblematico. Alcune tracce sembrano scarti di album minori degli Who, nonostante eccezioni interessanti come Eminence Front. Nel complesso, non uno dei migliori lavori della band.
2. Rolling Stones – Dirty Work
Fin dalla nascita del rock and roll, i Rolling Stones sono stati in grado di scriverlo insieme a Chuck Berry e Bo Diddley. Il quintetto britannico non ha nulla da dimostrare, ma lo sconfinamento disco con Some Girls, e poi con Dirty Work, ha fatto storcere il naso a numerosi fan. Mick Jagger ha cercato di salvare questo album abulico con il suo carisma, ma il materiale composto in buona parte da Ronnie Wood non è soddisfacente. Questo album, in generale, non si è rivelato così straordinario, specie se messo a confronto con gli altri.
3. Elton John – Victim of Love
Elton John è riuscito a fare carriera componendo brani pressoché perfetti. Il suo rock leggero ha fatto sognare intere generazioni, ma un album come Victim of Love non convince fino in fondo. Prima di tutto, le tracce non sono state scritte dal cantautore stesso. Inoltre, la scelta di introdurre momenti di pura musica dance ha fatto perdere parte del proprio splendore a brani che avrebbero potuto avere un sapore diverso. Un chiaro esempio è la cover di Johnny B Goode, neanche paragonabile alla verve di Chuck Barry. Quando si raschia il fondo del barile, meglio fermarsi a riflettere.