Nel corso di una recente intervista rilasciata per Full in Bloom, il chitarrista dei Whitesnake Adrian Vanderberg, ha parlato in linea generale degli anni ’80 ,del rapporto tra la band ed il Principe delle Tenebre, Ozzy Osbourne e del chitarrista che, secondo lui, è il Mozart della chitarra. In questo periodo, Adrian sta promuovendo 2020, il nuovo album della Vanderberg Band e, si è soffermato volentieri sul periodo in cui i Whitesnake si esibirono come band di supporto al Bark at the Moon Tour del 1983, dicendo: “Quel periodo fu fantastico. Rimanemmo on the road per circa quattro mesi negli Stati Uniti. Poi, cominciai a frequentare Ozzy regolarmente. Il manager dei Whitesnake era un amico di vecchissima data di Osborune. Sin dai tempi delle elementari, lui e Ozzy condividevano un’amicizia meravigliosa. Passavamo da Ozzy per una tazza di tè quando eravamo a Los Angeles“.
Andando avanti con il colloquio, Vanderberg ha parlato di Jake E. Lee, l’allora chitarrista di Ozzy, spiegando: “Essere in tour con Ozzy era fantastico principalmente perché Jake E. Lee suonava con lui. Fu allora che conobbi il batterista Tommy Aldridge. Quando i Vanderberg cominciarono ad essere gli Headliner ai festival, facemmo un paio di esibizioni in cui i Quiet Riot erano la nostra band di supporto. All’epoca, conobbi Rudy Sarzo, bassista. Non mi sarei mai aspettato di trovarmi in gruppo con loro qualche anno dopo. Il mondo gira davvero in modo strano”.
Adrian Vanderberg: “Ecco chi è il Mozart della chitarra”
Durante il colloquio, Adrian Vanderberg ha parlato dei musicisti che l’hanno influenzato di più, rivelando inoltre chi, a detta sua, meriti l’appellativo di “Mozart della chitarra”. Vanderberg che, dal canto suo, proviene da una commistione sonora particolarmente variegata, annovera tra le sue massime fonti d’ispirazione nomi altisonanti come quello di Brian May e Jimi Hendrix. L’intervistatore, però, non ha nascosto la sua sorpresa quando, il chitarrista dei Whitesnake, ha citato tra questi un suo contemporaneo. La leggenda degli Scoprions, Michael Schenker.
In particolare, il chitarrista ha detto: “Beh, io e Michael siam praticamente coetanei e veniamo entrambi dallo stile chitarristico europeo. Nel corso degli anni, ho sempre notato moltissime connessioni tra il mio playing e le scelte di Michael alla chitarra. Entrambi veniamo dallo stesso background. Sono cresciuto in una famiglia appassionata di musica classica. Mia sorella è una pianista affermata e mio padre suonava piano classico e Jazz in concerto. Casa nostra divenne una culla per Jazz e Rock”. Poi, Adrian Vanderberg ha parlato di Michael Schenker e del motivo per il quale lo reputi il Mozart della chitarra, dicendo: “Ho sempre pensato che Michael fosse un musicista straordinario. Per me, era come se fosse il Mozart della chitarra”.