Giorgio Gaber ha sempre nelle sue canzoni analizzato e spesso criticato usi e costumi della società. Ciò, come sempre è stato notato, mai con presunzione, ma con grande consapevolezza. Al centro dei suoi spettacoli, brani e composizioni c’è sempre stata la figura dell’uomo moderno, che lui stesso rappresenta, presa in giro con una grande ironia e acume. Nell’ultimo periodo della carriera, l’amarezza per un cambiamento che non avveniva, per una gioventù statica e poco reattiva in confronto alla sua generazione, ha profondamente influenzato i suoi lavori. Anche la televisione ha subito diverse critiche, in particolare con una parodia, la canzone La strana famiglia, spesso chiamata anche La famiglia disgraziata.
La strana famiglia e la parodia della TV
Questa canzone uscì nel 1994 e faceva parte dell’album Io come persona. Giorgio Gaber qui cita moltissimi conduttori televisivi dell’epoca e anche diversi programmi. Il brano descrive una famiglia sfortunata con tantissimi membri che hanno tutti qualche sfortuna diversa, ma non solo malattie, sono stati anche assassini, alcuni sono scomparsi ecc. Ciò nominando vari programmi in cui sono invitati come ospiti, di fatto costruendo la loro fortuna su questo.
Non si trucca, non si imbroglia
È la più disgraziata d’Italia
Anche se soffriamo molto
Noi facciamo un buon ascolto
Siamo quelli con l’audience più alto
Per mezz’ora si sono insultati
A “C’eravamo tanto amati”
Dalla vergogna lo zio Evaristo
Si era nascosto, povero Cristo
Lo han già segnalato a “Chi l’ha visto?”
Non si trucca non si imbroglia
È la più disgraziata d’Italia
Il bel paese sorridente
Dove si specula allegramente
Sulle disgrazie della gente
Stiam diventando tutti scemi
Pronto, pronto, pronto stiam diventando tutti coglioni
Pronto, pronto, pronto con Berlusconi o con la RAI.