Era il 28 febbraio del 1996 quando Tupac Shakur, presentatore della trentottesima edizione dei Grammy Awards, annunciò il grande ritorno di una delle più importanti Rock Band di tutti i tempi sulle scene. La leggenda del Rap statunitense, infatti, annunciò il ritorno dei Kiss dicendo: “Sapete le cerimonie dei Grammy come sono. Tutti i presenti ben vestiti e stanchi di affondare nelle loro poltrone. Nessuna sorpresa. Abbiamo bisogno di qualcosa di nuovo e diverso. Stasera è arrivato il momento di shockare i presenti“.
Fu al termine della presentazione di Tupac che, dal lato del palco, quattro figure particolarmente eccentriche fecero la loro entrata in scena sul palco. Erano i Kiss che, in quell’occasione, avevano deciso di annunciare la loro reunion in grande stile. Per la prima volta dopo 17 anni, i Kiss si ritrovarono nella formazione originale, composta da Paul Stanley, Gene Simmons, Ace Frehley e Peter Criss. I Kiss si trovavano alla notte dei Grammy per annunciare il vincitore della miglior performance Pop in duo.
La band non disse molto e, quella, non era di certo la loro prerogativa. I Kiss erano li per mettere il mondo al corrente del trionfale ritorno della band più eccentrica e fuori dagli schemi di tutti i tempi. La reunion che i Kiss annunciarono nella notte dei Grammy, però, celava un lato particolarmente oscuro, che rischiò di distruggere la carriera del quartetto.
Perché la reunion dei Kiss distrusse la loro carriera?
Gli anni ’90 segnarono un periodo molto difficile per i Kiss. La band uscì dal decennio precedente in condizioni disastrose. Crazy Nights e Hot In The Shade, del 1987 e del 1989, non riscossero il successo sperato, venendo percepiti dal pubblico come dischi asettici, privi di identità artistica. Il peggio, però, doveva ancora venire. Nel 1990, al batterista che aveva portato la band sul tetto del mondo, Eric Carr, venne diagnosticato un cancro al cuore. Il musicista perse la battaglia contro la malattia il 24 novembre del 1991. Fu uno shock per i Kiss e per i milioni di fan della band in tutto il mondo.
Quando i Kiss tornarono sulle scene, stampa ed appassionati cominciarono, incessantemente, a chiedersi se fossero degli insensibili a ricominciare senza il compagno caduto o se il gruppo nascondesse degli scheletri nell’armadio. Il clima all’interno dei Kiss sembrò irrimediabilmente compromesso, ma la band decise di fare il suo ritorno in scena. Dalla reunion dei Kiss nacque Carnival Of Souls, un disco che scimmiottava il Grunge e che viene considerato all’unanimità come il punto più basso nella carriera del gruppo.
Sebbene dal punto di vista discografico, i Kiss fossero immersi in una condizione disastrosa, sul fronte dei concerti la band sembrò ritornare agli anni d’oro. Le kermesse mondiali si susseguivano una dietro l’altra, al punto che i Kiss riuscirono a ritornare in studio solo nel 1998, quando pubblicano Psycho Circus; un disco in cui l’apporto dei session men ingaggiati è maggiore di quello dei membri stessi dei Kiss. Il clima respirato all’interno della band a causa dell’insuccesso dei dischi e dei ritmi estenuanti dei tour divenne, ben presto, pesantissimo; finché i membri del gruppo non cominciarono a vivere situazioni insostenibili, soprattutto dal vivo che, alla fine, portarono all’allontanamento di Criss dalla band. I quattro decisero di continuare con un altro batterista, destando il malcontento dei fan. La carriera dei Kiss sembrò gravemente compromessa dopo quella disastrosa reunion del 1996.