Quale è la più grande ispirazione del Duca Bianco, ovvero di David Bowie? Vediamo come William S. Burroughs ha condizionato pesantemente il modo in cui David Bowie scriveva le canzoni. Il vero riconosce il reale diceva un celebre detto legato al mondo della letteratura, dell’arte e della poesia. E qui siamo di fronte alla stessa idea concettuale. Ma prima dobbiamo partire dall’influenza del leggendario scrittore beat William S. Burroughs. Burroughs fu uno dei principali scrittori all’interno del movimento Beat che vantava Jack Kerouac e Allen Ginsberg tra i suoi principali poeti. Sappiamo che Burroughs fu un grande fan di David Bowie.
La più grande ispirazione del Duca Bianco
La cosa però era reciproca in quanto David Bowie idolatrava Burroughs. In effetti, il Duca Bianco era un grandissimo fan del poeta che ha persino utilizzato una delle tecniche più famose di Burroughs. Per scrivere le sue canzoni (chiaramente non sempre, ma abbastanza spesso), David Bowie utilizzava un modo poetico, ovvero il “cut-up”. Oltre ad essere uno dei grandi camaleonti del rock e una delle star musicali più coinvolgenti del XX secolo David Bowie è stato un bravissimo cantautore. Egli è sempre stato in grado di sfumare il confine tra l’autobiografico e il fantastico, offrendo al suo pubblico un suono multicolore e strutturato. Ma cosa è questo “cut-up”?
Il cut-up di David Bowie
Per tutti i fan di Burroughs, questo metodo sarà ben conosciuto. Si tratta di scrivere una sceneggiatura, musicale o poetica che dir si voglia, tagliarla e riorganizzare così le parole. Si tratta di una tecnica molto particolare usata già, in termini ovviamente diversi, dal movimento artistico del Dadaismo. In una intervista del 1970 David Bowie spiega da dove viene quella tecnica. Aveva detto: “L’ho usata molto, più di ogni altra cosa, per accendere tutto ciò che potrebbe essere nella mia immaginazione. Spesso possono emergere atteggiamenti molto interessanti da esaminare. Ho provato a farlo con diari e cose del genere, e stavo scoprendo cose incredibili su di me e su quello che avevo fatto e dove stavo andando.”
Come faceva Bowie?
Il metodo del cut-up ha davvero incoraggiato l’immaginazione di Bowie per tutta la sua carriera, con la star che spesso si lasciava prendere da quella tecnica per stimolare la sua creatività. La sua stravaganza e particolarità viene moltissimo da questa tecnica. Il cantautore inglese aveva persino creato, insieme ad alcuni tecnici, un programma che prendeva le parole e le mescolava per dare più alternative rapide. Nel corso degli anni poi Bowie parlò varie volte di questa tecnica, usata anche da Kurt Cobain (altro grande fan di Burroughs) e da Michael Stipe dei R.E.M.
Il genio di Bowie
In un’intervista nel 1997, Bowie aveva raccontato come funzionava il suo processo creativo. Aveva detto: “Prendo articoli dai giornali, poesie che ho scritto, parti di libri di altre persone, e li metto tutti in questo piccolo magazzino, questo contenitore di informazioni, poi premo il pulsante casuale e tutto sarà casuale. Se metti insieme tre o quattro idee diverse e crei con esse relazioni strane, l’intelligenza inconscia che proviene da quegli accoppiamenti è davvero sorprendente, molto provocatoria”.