Nessuno può affermare con cognizione di causa che Lucio Battisti sia stato o sia tuttora un artista sottovalutato. Indubbiamente tutti hanno sempre riconosciuto il suo grande talento. Quando un cantante è così ammirato ed in vista, tuttavia, accade spesso che la la communis opinio abbia presente esclusivamente i “classici” della sua produzione. Allora se abbiamo certamente sentito parlare di La canzone del Sole (acerrima nemica di ogni chitarrista, ormai sicuramente stanco di suonarla), Pensieri e Parole, I Giardini di Marzo, ecc. Alcuni lavori di Battisti ci sfuggono. Naturalmente i più famosi sono veri capolavori, ma anche tra le meno citate può esistere qualcosa che ci possa colpire. Noi abbiamo raccolto cinque tra le canzoni più sottovalutate di Lucio Battisti.
Il paradiso non è qui
Non è una canzone molto conosciuta, in quanto ebbe un destino un po’ tortuoso. Era stata scritta per Bruno Lauzi che, per ragioni mai effettivamente chiarite, alla fine non la interpretò più. Così doveva essere inserita nell’album Una giornata uggiosa, ma alla fine fu pubblicata solo nel 1995 nella demo dell’album. Il contenuto è molto profondo, infatti la canzone parla dell’emigrazione.
La sposa occidentale
Questa canzone è la title-track di un album che non ebbe molto successo. Come ben sappiamo, dopo il periodo con Mogol, Battisti cambiò radicalmente stile e ciò ai nostalgici non piacque. Vittime di ciò furono gli album che realizzò in collaborazione con Pasquale Panella. Il brano rappresenta il cuore di un concept album molto originale e ben costituito.
Straniero
Questo brano è invece il primo singolo di Battisti dopo la separazione con Mogol, uscì insieme con E già. I testi sono scritti dalla moglie e dallo stesso Lucio Battisti. Non ha nulla a che vedere con lo stile precedente e per questo ha spiazzato tutti, ma ha sicuramente qualcosa da dire.
Non importa quanto
Sul tuo volto scuro
Un sorriso è nato
Un profumo di grano maturo
Il vento ha accarezzato
Non andare via.
Il gabbianone
Questa canzone è un inedito mai inserito nell’album Don Giovanni. Il primo a sottovalutarla fu alla fine quindi proprio lo stesso Lucio Battisti, che la scartò. È un brano raffinato e interessante, ma che per via di questa valutazione iniziale è stato sottovalutato.
Corro solo e oserei defluire a segreti greti
e irretirmi curioso nel colluso del sosia a iosa
e goloso di dolcezza mia derubarmi eeeeee
la lacrima sta come arancia nel aranceto
pelle guance sfila si snoda.
Hegel
Ultimo ma non per importanza, è il brano che dà il titolo all’ultimo album di Battisti. Si riferisce al filosofo tedesco così come in generale tutto il disco. La conoscono davvero in pochi, forse perché alla fine della sua carriera la nostalgia della collaborazione Battisti-Mogol lo aveva fin troppo travolto.