Sovente, quando muore una personalità di un certo peso in giovane età, sorgono voci e leggende sul suo conto. Così è successo con Michael Jackson e Bruce Lee, ma il personaggio intorno al quale circolano più leggende a proposito della sua finta morte è senza dubbio Elvis Presley. Quando il re del rock’n’roll perse la vita il 16 Agosto 1977, gli Stati Uniti furono scossi dalla notizia, come pure il resto del mondo. Dopo poche ore lungo Elvis Presley Boulevard, di fronte alla villa di Elvis, Graceland, già migliaia di persone erano accorse. Quella stessa sera si potevano contare ottanta mile persone.
I funerali di Elvis Presley
Inutile dire che il giorno del funerale la folla che si riunì fu ancora maggiore. Un buon metro che può far capire quanto fosse sentita la scomparsa del cantante è il fatto che il giorno della sua morte è stato quello con più ordinazioni di fiori nella storia degli USA. Il giorno del funerale furono inviate più di 3100 composizioni floreali al cimitero di Forest Hill, dove la salma di Elvis Presley riposò prima di essere spostata nel giardino della meditazione di Graceland, dove giace tutt’ora.
Elvis Presley è un agente della DEA
Sin da pochi anni dopo la sua morte iniziarono a circolare storie che dicevano che Elvis, stanco della vita sotto i riflettori, aveva finto la sua morte. Un punto su cui si concentrano i teologi che sostengono questa tesi è che Presley era tecnicamente un agente della DEA. Ottenne il badge da agente dal presidente Richard Nixon, quando gli fece visita nel Dicembre del 1970. Spesso indossava anche la tuta degli agenti del dipartimento e si era sempre espresso contro le droghe da strada, perché, malgrado assumesse diversi tipi di pastiglie, erano tutte somministrate da un medico, il dottor George Constantine Nichopoulos, ragion per cui lui non le comparava a cocaina o eroina.
C’è da dire però che Elvis amara collezionare badge della polizia e ne possedeva diversi, collezionandoli nelle centrali di polizia delle varie città a cui faceva visita durante i suoi tour. Aveva anche il badge di sceriffo di Memphis, che gli dava effettivamente poteri, che sfruttò in alcune occasioni. Per esempio una volta fermò un aereo in procinto di decollare, in quanto a bordo vi era un uomo che riteneva avesse commesso un furto ai suoi danni. Questa leggenda prevede dunque che Elvis Presley sia diventato definitivamente un agente della DEA.
Sulla base di questa tesi, Netflix ha da qualche mese annunciato la realizzazione di una seria animata che si intitolerà “Agent King”, nella quale Elvis sarà impegnato a combattere il crimine.
Jon Burrows e la fuga in Argentina
Un’altra teoria molto accreditata è che sia scappato dalle luce dei riflettori e dalle urla degli ammiratori, celandosi sotto la falsa identità di Jon Burrows. Questa voce non si è sparsa a caso: pochi giorni dopo a morte di Elvis Presley è stato infatti rilevato che un uomo, chiamato per l’appunto Jon Burrows, sarebbe partito dall’aeroporto di Memphis, con destinazione finale l’Argentina. Questo fatto non risulterebbe particolarmente interessante o legato alla figura del cantante, se non che il nome dell’uomo che spiccò il volo, era identico a quello che il re del rock’n’roll utilizzava per prenotare hotel o ristoranti quando non voleva far sapere del suo arrivo.
Elvis Presley il predicatore
Secondo altri invece Elvis avrebbe seguito la via del Signore. Non è segreto che Presley fosse un uomo piuttosto religioso e spirituale, data la sua educazione. Degli elementi a riprova di ciò è il fatto che fece costruire a Graceland il giardino della mediazione, o anche la sua passione per i canti gospel. Erano i suoi preferiti da cantare fuori dal palco in compagnia di amici e familiari, inoltre registrò diversi album in questo stile, aggiudicandosi anche due grammy awards, proprio grazie alle sue interpretazioni gospel.
Sommando questi fattori alcuni credono che Elvis Presley sia diventato un predicatore, come realmente fece un altra star del rock’n’roll: Little Richard. Il nome del cantante nato a Tupelo nel 1935 ora sarebbe Bob Joyce, impegnato nella sua attività in Arkansas. Sono numerose le fotografie di quest’uomo che viene comparato all’idolo del rock, sono inoltre presenti su YouTube video di Joyce che canta nel corso delle predicazioni.
Elvis è vivo e vegeto a Graceland
C’è chi invece sostiene che Elvis non abbia mai lasciato Graceland. Quando il padre del cantante, Vernon Presley, a seguito della morte del figlio, registrò un video per i fan dal suo ufficio di Graceland, da dietro le tende si vede passare una sagoma a bordo di una delle golf car abitualmente utilizzati per muoversi più rapidamente in giardino. In molti sostengono che quel profilo sia proprio quello di Elvis Presley, che sarebbe stato ritratto anche nel 1978, un anno dopo la morte, seduto davanti alla porta finestra che conduce alla piscina.
I più accaniti ritengono anche di aver localizzato un uomo, piuttosto corpulento, con barba bianca, cappellino da baseball e occhiali da sole, aggirarsi per Graceland durante le celebrazioni per quello che sarebbe stato il compleanno degli 82 anni del cantante. Altri sostengono invece che Elvis sia un inserviente che si occupa del giardino di Graceland, che è stato visto più volte passare davanti alle telecamere in streaming da Graceland 24 ore su 24.
Again on the road
Un’ultima teoria, che forse è meno avventurosa o originale, è sicuramente più nostalgica. Questa prevede infatti che il cantante, dopo aver riscosso l’enorme successo nell’industria musicale, divenendo il cantante solista con più dischi venduti, più di un miliardo, abbia deciso di tornare al lavoro che lo vedeva impegnato prima di iniziare la sua carriera da musicista: guidare camion. Sarebbe dunque impegnato a percorrere costantemente gli Sati Uniti con un tour di genere totalmente diverso a quello a cui era abituato fino agli anni ’70.