Come in diverse pubblicazioni abbiamo spesso preso in considerazione, la musica può diventare veicolo di un messaggio politico e ideologico, oltre che di un pensiero che risulta essere supportato o trasmesso attraverso la musica, da parte di artisti o band. In altre occasioni la musica può diventare anche uno strumento politico vero e proprio, nella misura in cui non è soltanto il messaggio ideologico ad essere trasmesso, ma anche la decisione politica o una misura di natura tutt’altro che artistica o culturale. Una delle misure più emblematiche e ridicole che venne attuato all’interno dell’Unione Sovietica è quella che riguarda la lista delle band vietate, che venne stilata nel 1985 e stabilì quali dovessero essere le formazioni per cui c’era un divieto di ascolto all’interno dell’Unione Sovietica. Per ognuno dei 32 nomi, tra artisti e band, presenti all’interno della lista, era indicato anche il motivo che avrebbe portato a giustificare il divieto di ascolto all’interno dei paesi dell’Unione Sovietica. Ma di quali band si tratta e, soprattutto, perché queste stesse non potevano essere ascoltate?
Le band vietate in URSS nel 1985
Nel prendere subito in considerazione la ridicola lista delle band vietate in Unione Sovietica, che venne stilata nel 1985, non possiamo fare a meno di considerare alcune di nomi più emblematici presenti all’interno di questa lista stessa, con i corrispettivi motivi che portavano l’Unione Sovietica a giustificare il divieto di ascolto all’interno dei suoi paesi. Scendendo subito nel dettaglio, ci rendiamo conto di alcuni divieti, come quello lì ascoltare Black Sabbath, Alice Cooper, Nazareth e Scorpion, tutti e quattro tacciati di violenza, oltre che di oscurantismo religioso, vandalismo, misticismo religioso e satanismo. E che dire dei Pink Floyd, accusati di interferire con la politica estera dell’Unione Sovietica in Afghanistan?
Ma non è ancora finita qui, al momento che la condanna per punk avveniva nei confronti di band come Sex Pistols, Madness, Klesh e Strangers. E ancora, per anticomunismo, neofascismo o violenza, erano condannate band come Iron Maiden Judas Priest, ACDC e, addirittura, il tutt’altro che rock Julio Iglesias. I Van Halen vennero condannati al divieto di ascolto per propaganda antisovietica, mentre Tina Turner e Donna Summer non potevano essere ascoltate per messaggi di sesso ed erotismo presente all’interno delle loro canzoni. Insomma, ci si rende conto dell’assurdità di una lista di questo tipo che, per quanto emblematica di un determinato periodo storico in cui l’Unione Sovietica si trovava in una fervente guerra fredda contro gli Stati Uniti, la lista coinvolse personalità artistiche che, in tantissimi casi, non potevano essere ascoltate per motivi assurdi.
Come veniva ascoltata la musica in URSS?
Pensare che l’assurda lista di band e artisti che stilata in Unione Sovietica venisse rispettata in toto da parte del Popolo sovietico, vuol dire credere ad un mondo favolistico che non era certamente quello sovietico. In qualche modo, il popolo russo e dei paesi dell’ex Unione Sovietica si ingegnò attraverso dei primi e rudimentali sistemi per piratare la musica, al fine di ascoltare la stessa nonostante di dirti imposti dal regime. Nulla impose, nonostante i divieti del regime, al popolo sovietico di non ascoltare gran parte della musica occidentale, che veniva largamente diffusa e amata dal popolo russo e non solo.
Il metodo alternativo che giovani e ingegnosi rossi trovarono per ascoltare la musica nonostante i divieti derivò semplicemente dal tagliare a cerchio e lastre dei raggi-x e effettuare registrazioni pirata sulle stesse, in modo da bypassare le incisioni che avvenivano ad opera del regime e diffondendo, di conseguenza, musica di bassissima qualità, che però si poteva ascoltare attraverso il costo di un semplice rublo. Si trattò, Insomma, di un metodo che ha portato la musica ad essere conosciuta all’interno dell’Unione Sovietica, nonostante la ridicola opposizione del regime.