Quando parla Quincy Jones, non lo fa mai in maniera banale. Lo storico produttore discografico ha fornito le proprie impressioni riguardo ad alcune delle band rock più note di ogni epoca. Colui che ha lavorato a ben tre album di Michael Jackson, tra i quali spiccava il leggendario Thriller, si scaglia contro i Beatles e gli U2. Parla di questi due complessi senza alcun filtro, non lesinando critiche anche piuttosto pesanti e, per alcuni, persino sorprendenti.
Quincy Jones e la scarsa considerazione iniziale per i Beatles
In una recente intervista, Quincy Jones ha avuto molto da dire riguardo ai Beatles. Ha ricordato le sue prime impressioni riguardo ad uno dei quartetti musicali più famosi di ogni epoca. Prima di tutto, ha criticato aspramente la musica rock, definendola semplicemente come “una versione bianca del rhythm and blues”. Quindi, la sua attenzione si è spostata verso Paul McCartney. Il primo incontro con il cantante e musicista dei Fab Four risale a quando quest’ultimo aveva solo 21 anni.
Cosa pensava il produttore che nella sua carriera ha vinto ben 28 Grammy Awards riguardo ai Beatles? La sua prima idea inerente alla band di Liverpool non è stata assolutamente tra le più positive. “Erano i peggiori musicisti al mondo. Paul è stato il peggior bassista che io abbia mai dovuto sentire. E per quanto riguarda Ringo? Ancora peggio”. Una bocciatura senza mezzi termini, sconfessata in qualche modo dal ruolo che hanno avuto i Fab Four per l’evoluzione della musica rock e non solo.
Quella situazione non proprio piacevole con i Fab Four
Quincy Jones ha inoltre condiviso un aneddoto per la rivista Vulture, inerente ad un incrocio avuto in studio con la band inglese e con il produttore George Martin. “Il chitarrista aveva perso tre ore per una composizione a quattro battute da aggiungere ad una canzone e non era riuscito a portarla a termine”, afferma Jones. Ringo era talmente in crisi che gli fu detto di andarsi a prendere un po’ di birra e limone e rilassarsi per un’oretta e mezza, prima di riprovare a suonare.
“Ci siamo poi affidati ad un noto batterista jazz, Ronnie Verrell. Quest’ultimo lavorò al pezzo per una quindicina di minuti e riuscì a portarlo a termine”. Al momento del ritorno di Ringo Starr, il musicista dei Beatles chiese a Martin di riprodurre la piccola composizione. “Non suonava così male”, affermò Ringo. Quincy dichiarò di avergli risposto in maniera abbastanza piccata: “Sì, figlio di p…, perché non sei stato tu”. Jones ha però sottolineato quanto Starr fosse un bravo ragazzo.
Le impressioni di Quincy Jones sugli U2
Nel corso dell’intervista, Quincy Jones ha poi parlato anche degli U2, e in particolare del frontman Bono Vox. In questo caso, se l’è presa più con l’Irlanda da lui considerata “un popolo di razzisti” a causa del quale il produttore si rinchiude nel proprio castello durante ogni soggiorno. Quindi, ha affermato di non apprezzare particolarmente i brani più recenti degli U2, dichiarando che “c’è troppa pressione sulla band” nonostante adorasse Bono. Su quest’ultimo, Quincy afferma: “Sta portando avanti un grande lavoro in tutto il mondo. Il lavoro insieme a lui e Bob Geldof sulla cancellazione del debito è stato straordinario, quasi al livello di We Are The World”.