R3M

Gli incontri che hanno cambiato la storia del Rock

Gli avvenimenti che vedono come protagonisti i grandi nomi del Rock, racchiudono sempre dei particolari epici, che vale la pena raccontare. Il caso, però, è spesso beffardo, nell’accezione più positiva del termine. Alcuni episodi che hanno coinvolto le Star del Rock, più o meno direttamente, hanno fatto sì che, queste, spesso, rivoluzionassero il mondo della musica.

Risulta, ancora oggi, incredibile, come, un evento decisamente casuale abbia potuto, talvolta, cambiare il corso degli eventi, dando luogo a veri e propri stravolgimenti dei paradigmi sui quali, fino ad allora, si ergevano le certezze di un intero panorama. Prendere in esame, il Rock, poi, può essere un compito ancora più arduo, viste le milioni di sfumature di cui la scena si compone, sin dalla notte dei tempi e; soprattutto, visto il dinamismo esplosivo dei suoi protagonisti.

In questa classifica, abbiamo deciso di raccogliere alcuni degli incontri più importanti per definire le brillanti pagine della storia del Rock, alla ricerca di un filo conduttore tra gli eventi, straordinariamente casuali, con cui il mondo della musica è cresciuto, per poi rivestirsi di leggenda.

Freddie Mercury incontra Brian May e Roger Taylor

La leggenda dei Queen nacque in una serata del 1970, quando, gli Smile, in cui Brian May e Roger Taylor militavano, suonarono innanzi al pubblico di un locale. Il giovane Freddie Mercury assistette all’esibizione per poi presentarsi ai membri della band, chiedendo di ricoprire il ruolo di cantante. Quando, poco più tardi, il bassista e cantante degli Smile lasciò la formazione, May e Taylor non potettero fare altro che ammettere nella line-up Freddie che, intanto, aveva dato prova di essere un frontman formidabile. La storia rimane, ancora oggi, tra le più iconiche, visto che da questa scelta, ha dipeso il destino di una delle band capostipiti del Rock classico.

Ian Gillan entra nei Deep Purple

Al tramonto degli anni ’60, i neonati Deep Purple riscossero un discreto successo negli Stati Uniti attraverso il loro singolo di punta, Hush, cover di un brano di Joe South. Grazie ai loro primi tre album, i Deep Purple raccolsero sotto la propria ala un discreto numero di fan. Al tempo, la formazione era composta da Ian Paice, Jon Lord, Ritchie Blackmore, Rod Evans e Nick Simper.  Il sound di questa formazione, seppur magistrale, si discostava dalle sfumature iconiche che confluirono nello stile definitivo con cui i Deep Purple si consacrarono alla storia, quando Ian Gillan e Roger Glover sostituirono Evans e Simper.

L’incontro tra Syd Barrett e i futuri Pink Floyd

Sebbene l’arrivo di David Gilmour abbia sancito un punto di svolta fondamentale per la carriera dei Pink Floyd, definendo uno dei punti più alti nella storia della musica moderna, dobbiamo a Syd Barrett i mitici albori della band. Travolti dall’ondata psichedelica imperversante nel Regno Unito, quattro studenti di architettura decidono di fondare una band.

Siamo nell’Inghilterra della seconda metà degli anni ’60, Nick Mason, Roger Waters, Richard Wright e Bob Klose danno vita ad un gruppo che, a piccoli passi, cerca di farsi strada nella fervente scena underground britannica. Il nome della band, all’epoca, oscillava tra The Architectural Abdabs, The Tea Set e Sigma 6. Quando Richard Wright, Waters e Mason incontrarono Syd Barrett, gli sembrò chiaro da subito che si trovassero innanzi ad un visionario assoluto. Grazie a lui, la band cambiò il nome in Pink Floyd e, attraverso le sue eccentriche inflessioni, la band irruppe nella scena londinese.

Iggy Pop e l’incontro con David Bowie che gli salvò la vita

Nel tentativo di maturare la perdita devastante dell’amico e benefattore, David Bowie, il frontman degli Stooges, Iggy Pop concesse una struggente intervista al New York Times, nel corso della quale, tessé le lodi del Duca Bianco, definendolo come il suo unico salvatore. Quando le strade di Iggy e Bowie si incrociarono, il primo era devastato. Lo scioglimento degli Stooges aveva mandato la sua carriera alla deriva e, questo, lo fece sprofondare in un oscuro tunnel di eccessi e dissolutezze legate all’abuso di stupefacenti. David gli offrì un valido aiuto, spronandolo a rimettersi in sesto e producendo gli album che sancirono la rinascita di Iggy Pop, The Idiot e Lust For Life. Nel 1971, David Bowie spinse Iggy Pop a riformare gli Stooges. L’apporto del Duca Bianco nella vita di Iggy Pop è stato fondamentale affinché, questi, non soccombesse ai suoi demoni interiori.

 

 

 

 

 

 

Articoli correlati

Condividi