Durante il suo percorso nei Beatles, la figura di George Harrison è stata quasi sempre lasciata in secondo piano rispetto a quella dei due frontman Paul McCartney e John Lennon. Eppure, non sono mancati i momenti nei quali il cantautore e chitarrista ha saputo ritagliarsi il proprio spazio nella realizzazione degli album dei Fab Four. Un chiaro esempio è rappresentato dall’ultimo album della band, Abbey Road, per il quale George ha speso molte energie.
Il contributo di George Harrison per il White Album e Let It Be
Quando si guarda al percorso di George Harrison insieme ai Beatles, è possibile notare una notevole esplosione di creatività in occasione del White Album del 1968. L’artista realizzò brani del calibro di While My Guitar Gently Weeps e Long, Long, Long, considerati tra i migliori della sua carriera.
Lo stesso discorso non può essere fatto per Let It Be, sul quale Harrison lavorò a soli 4 minuti di materiale. Diede vita solo a For You Blue e I Be Mine, mentre altre tre canzoni come All Things Must Pass, Let It Down e Hear Me Lord furono trascurate dalla band. La situazione prese un’altra piega al momento di registrare Abbey Road, uscito prima di Let It Be, ma portato a termine dopo, nel 1969.
Il forte impegno di Harrison per Abbey Road
La dedizione utilizzata da George Harrison per un lavoro come Abbey Road viene raccontata dallo storico ingegnere del suono dei Beatles. Si tratta di Geoff Emerick, che fornisce particolari interessanti nel suo libro Here, There, and Everywhere: My Life Recording the Music of The Beatles, dato alle stampe nel 2006. Quando parla di quell’album, Emerick sottolinea quanti sforzi siano stati concentrati su Something.
“Una circostanza molto insolita per un brano di Harrison”, sottolinea il tecnico sonoro. D’altronde, i brani di George erano sempre considerati meno rilevanti rispetto a quelli di John e Paul. Eppure, Harrison stava mostrando un impegno mai profuso in passato. “George ha dato a Paul le indicazioni per il basso per Something. Prima George non aveva mai osato dire a Paul cosa fare”, aggiunge Emerick. Il chitarrista scelse clamorosamente di inserire porzioni orchestrali anche nell’altro grande successo da lui scritto nell’album, Here Comes The Sun.
Il desiderio di George Harrison di suonare l’assolo di Something
L’attenzione di Geoff Emerick si sposta poi verso una clamorosa session che George Harrison ha voluto realizzare per Something. L’artista decise di aggiungere il proprio assolo di chitarra, nonostante le tracce disponibili per il pezzo fossero state già esaurite. Emerick disse a George che avrebbe potuto suonarlo dal vivo, insieme all’orchestra. Harrison non indugiò neanche un attimo: “OK, facciamolo”.
Così ha registrato l’assolo insieme alla propria orchestra, senza alcun tipo di remora e con risultati molto apprezzati. “George ha dovuto avere tanta fiducia in se stesso per essere stato disposto a mettersi sotto pressione in quel modo”, sentenzia l’ingegnere. E fu proprio qui che ci si rese conto di quanto George Harrison fosse pronto ad intraprendere una carriera da solista, non disperdendo ciò che aveva fatto di straordinario insieme ai Beatles.