Rino Gaetano è stato un cantautore italiano fondamentale per la cultura musicale contemporanea. Sebbene alla sua opera, siano stati riconosciuti gli elogi meritati solo dopo la sua morte, i suoi grandi classici; carichi di passione e sentimento, continuano a riecheggiare nella mente degli appassionati come moniti generazionali limpidi e puri.
Nato Salvatore Antonio Gaetano, Rino nacque a Crotone il 29 ottobre del 1950 e morì a Roma il 2 giugno del 1981. Ad oggi, lo ricordiamo per la sua voce ruvida e graffiata e per l’ironia disarmante con cui, seppe rendere uniche le sue canzoni. Rino Gaetano era questo e molto di più. Attraverso la sua opera, seppe esprimere concetti di denuncia sociale profondissimi, pur tessendo melodie gioviali e meravigliosamente orecchiabili.
Rino rifiutò ogni forma di etichetta e rimase legato alle sue origini del sud. Trovò, fatalmente, la morte, a causa di un gravissimo incidente d’auto. Nell’anniversario della sua, devastante, perdita, abbiamo deciso di omaggiare Rino Gaetano elencando alcune di quelle che, secondo noi, sono le sue canzoni più belle.
5) E Cantava Le Canzoni
E Cantava Le Canzoni è tratta da Nuntereggae più, il disco che, più di tutti, ha consacrato il suo stile, ironico, dissacrante e gioviale, all’eternità. Il disco è, sia musicalmente che liricamente, un’opera eclettica e magnificamente orchestrata. E Cantava Le Canzoni, è un brano in cui, Rino Gaetano, racconta il dramma dell’immigrazione, celando un velato omaggio alle sue origini.
4) Mio fratello è figlio unico
Con Mio fratello è figlio unico, nel 1976, Rino Gaetano scrive una delle pagine più commoventi ed emozionali nella storia della musica italiana. Il brano, è un inno alla solitudine, un’ode agli emarginati. I tratti esistenzialisti con cui l’autore interpreta la società, lasciano emergere un senso di estraneità desolante, narrato con passione e sdegno nei confronti di un universo tanto grande quanto vuoto. Intrappolato nella mediocrità, il protagonista del brano evade attraverso il paradosso. La figura delineata in Mio fratello è figlio unico è tragicamente consapevole della matrice disfattista della realtà in cui è immerso e, per questo, la esecra, allontanandosene.
3) Sfioravano le viole
Sfioravano le viole è un omaggio nostalgico ai ricordi, attraverso cui, l’arte e le canzoni, hanno potuto fiorire, nutrite dalla penna, dai sogni e dai sentimenti di Rino Gaetano. Il brano è una dichiarazione d’amore unica come poche; poetica ed elegantemente velata. Rino potrebbe aver composto la canzone ripensando ad un amore vissuto ai tempi del liceo, visti i costanti riferimenti storici presenti all’interno del testo del brano.
2) Ti ti ti ti
Ti ti ti ti è una canzone a cui, i fan più sfegatati di Rino Gaetano, sono particolarmente legati. Il brano, dalla matrice lirica impegnatissima, uscì nel 1980, anno della sua morte. Si tratta di un profondissimo atto d’accusa nei confronti della politica nazionale. Sebbene Gaetano non avesse mai chiarito la sua posizione politica, i suoi testi contenevano, spesso temi dirompenti e satire devastanti, nascoste dietro l’ironia dei testi e l’allegria delle melodie.
1) Ma il cielo è sempre più blu
Sebbene Gianna, nel 1978, abbia oscurato l’intera produzione di Rino Gaetano, attraverso le atmosfere catchy con cui conquistò il terzo posto al Festival della canzone italiana, Ma il cielo è sempre più blu rappresenta l’archetipo della goliardia con cui Rino affrontava, a muso duro, le vicissitudini della vita. Uscita nel 1975, non comparve in nessun album, prima di trovare posto nella raccolta postuma Gianna e le altre… Nonostante il brano durasse 8 minuti e 23, il singolo venne diviso in due parti, di cui, la prima, è la più famosa.
Ancora una volta, Rino denunciò le ingiustizie della società caricando di malinconica ironia le sue frasi; di cui, una, spesso censurata, per quanto fosse d’impatto, recita: “chi tira la bomba/chi nasconde la mano”. Nel ritornello, però, l’autore sembra respirare aria nuova, sentendo una leggera brezza d’ottimismo accarezzargli il viso. Questo, perché, a dispetto delle asprezze dell’esistenza, il cielo continuerà a splendere, sempre più blu, sopra le nostre teste.
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