La storia della musica rock è stata spesso caratterizzata da figure al di sopra delle righe, capaci di compiere atti che le persone normali non potrebbero neanche immaginare. Di seguito, vi mostriamo 5 rockstar con una vita spericolata, che non hanno mai nascosto la loro propensione a gesti folli. Stiamo parlando di cinque vite al limite, cinque personalità forti che hanno finito per fare del male anche a loro stesse, a volte con conclusioni tragiche. Scopriamole insieme nei loro momenti di ordinaria pazzia.
1. Ozzy Osbourne
Iniziamo subito da una rockstar che non ha mai vissuto una vita comune. Lo storico frontman dei Black Sabbath si è spesso contraddistinto per iniziative incredibili. Ad esempio, ha decapitato un pipistrello durante un concerto e sniffato formiche direttamente dal pavimento. A tutto questo, ha aggiunto una cospicua assunzione di alcol e droghe e diversi guai con la giustizia. Dal televisore scagliato dal nono piano di una camera d’albergo alla pipì fatta su monumenti e automobili delle forze dell’ordine, per Ozzy ce n’è per tutti i gusti.
2. Lemmy Kilmister
Anche Lemmy Kilmister ha avuto un’esistenza non proprio simile alla normalità. Basti pensare che formò la sua band più famosa, i Motörhead, non appena uscì dal carcere per possesso di anfetamine, dopo che era stato licenziato dagli Hawkwind. Alcol e droghe continuarono ad ossessionarlo per buona parte della sua esistenza. In un’occasione, si trovò in auto con un suo amico con 100 pillole azzurre, mix tra speed e calmanti. I due, non appena video la polizia, furono costretti a mettersele rapidamente in bocca. Il battito cardiaco e la frequenza respiratoria di Lemmy stavano per fermarsi per sempre.
3. Keith Moon
Ecco un altro personaggio che ha vissuto buona parte della esistenza all’insegna della pura sregolatezza. Il batterista britannico degli Who Keith Moon ebbe un carattere irrequieto fin da giovanissimo, nonostante fosse cresciuto in una famiglia comune. Nel 1970, il musicista investì a bordo di una Bentley il suo autista e lo uccise involontariamente, mentre cercava di sfuggire all’assalto di autentici teppisti. Distruggeva la sua batteria alla fine di ogni concerto e morì nel sonno a soli 32 anni, dopo un’overdose di pastiglie di clometiazolo.
4. Sid Vicious
La rockstar Sid Vicious ebbe una vita brevissima, ma sufficiente per definirla spericolata. Dopo un’infanzia difficile, fece coppia fissa con la nota eroinomane Nancy e iniziò a sua volta ad assumere eroina. Era ubriaco in quasi tutte le sessioni dell’unico album dei suoi Sex Pistols, Never Mind the Bollocks. Sul palco, era abituato ad insultare il pubblico e a rendersi protagonista di atteggiamenti masochisti. Dopo la morte di Nancy, cercò di suicidarsi con un rasoio e fu arrestato in diverse occasioni, prima di morire a soli 21 anni per un’overdose di eroina.
5. Syd Barrett
Concludiamo con un’altra rockstar dalla storia molto triste. Il fondatore e primo leader dei Pink Floyd rimase insieme al gruppo dal 1965 al 1968, prima di andarsene per seri problemi mentali. Molto probabilmente soffrire di schizofrenia, ma un’altra ipotesi parlava di sindrome di Asperger. Col passare degli anni, Syd Barrett si chiuse sempre più. A tutto ciò, si aggiunge l’assunzione in dosi cospicue di LSD, che di sicuro non contribuirono a farlo stare meglio. Nel 1975, si ripresentò grasso e pelato negli studi di registrazione dei Pink, con un’espressione vaga e una busta della spesa di plastica in mano.