Risale al 20 agosto 1977 il lancio del Voyager Golden Record da Cape Canaveral. Si tratta di un semplice disco per grammofono che viene ricordato come il primo in assoluto lanciato nello spazio aperto. Nonostante il suo significato sia più simbolico che pratico, il suo invio viene considerato come un segnale di assoluto rilievo, in grado di nascondere una storia straordinaria. Tutto ciò nonostante le probabilità che possa entrare in contatto diretto con forme di vita aliene siano prossime allo zero.
Il lancio del razzo Titan III
La storia del Voyager Golden Record non può non essere collegata all’invio nello spazio del razzo Titan III, con a bordo la sonda spaziale Voyager 2. Si tratta di una sonda esploratrice lanciata direttamente dalla NASA, allo scopo di esplorare il sistema solare esterno. Il razzo ha sfiorato, si fa per dire, Giove e Saturno ed è arrivato fino ad Urano e Nettuno, grazie al fenomeno della fionda gravitazionale. Proprio grazie a questo straordinario oggetto, è stato possibile ricevere numerose informazioni riguardo alla coppia di pianeti di ghiaccio di enormi dimensioni. Ed è proprio in virtù di questo evento che possiamo parlare del disco in questione.
Voyager Golden Record, una storia fuori dal comune
Come già detto in precedenza, il Voyager Golden Record nasconde una storia davvero meravigliosa, degna di essere raccontata. Il disco contiene al suo interno un vero e proprio messaggio interstellare, creato con la speranza che potesse essere ascoltato e decifrato da creature extraterrestri. Il sogno remoto è quello di fare in modo che determinate creature possano, un giorno, raggiungere la Terra in pace. Può essere definito come un’autentica capsula del tempo, realizzata allo scopo di promulgare la storia del nostro pianeta agli alieni. Tali prerogative vengono confermate anche da una dicitura presente sul disco, ossia To the makers of music – all worlds, all times. Sulla copertina, appare una mappa del sistema solare con la Terra resa più visibile.
Materiali e dimensioni del disco speciale.
Il Voyager Golden Record è un disco molto simile ad un modello in vinile, anche se il suo materiale corrisponde al rame placcato in oro. Il suo diametro ha un diametro pari a 30 centimetri e la parte interna viene avvolta in una copertura in alluminio elettro-placcato, contenente a sua volta un campione dell’isotopo di uranio 238. Un prodotto del genere è in grado di dimezzarsi nel giro di 4468 miliardi di anni. In questo modo, ogni possibile civiltà che avrà la chance di recuperarlo può individuare la sua effettiva età analizzando il frammento di uranio rimasto.
I suoni e le immagini del Voyager Golden Record
Un altro elemento molto interessante del disco è senz’altro rappresentato dal suo contenuto. l’astrofisico Carl Sagan ha guidato una commissione di esperti della NASA, con l’inserimento di rumori naturali come quelli del vento, delle onde del mare, dei versi di animali e dei fulmini. Non mancarono ben 115 immagini e diversi brani musicali, tra i quali Johnny B. Goode di Chuck Berry e le opere sinfoniche di Bach, Mozart e Beethoven. Furono aggiunti anche i saluti dei cittadini terrestri in ben 55 lingue, tra le quali anche l’italiano, con un semplice tanti auguri e saluti. Infine, erano presenti i messaggi del presidente degli Stati Uniti Carter e del segretario generale dell’ONU Kurt Waldheim. Certo, la sonda potrebbe raggiungere la stella più vicina nel giro di almeno 40 mila anni, ma l’invio del disco nello spazio resta un evento alquanto affascinante.