Il mondo della musica e del rock è pieno di opere e lavori discografici che – vuoi per un pessimo tempismo, vuoi per un cambio di sonorità inaspettato, vuoi per il confronto con altri album più riusciti – non riescono a arrivare alla vetta del successo. Dischi che, con il passare del tempo, rischiano sempre di più l’oblio della dimenticanza. Questo discorso può valere per qualsiasi genere musicale e per qualsiasi artista, più o meno famoso. Scopriamo oggi, in questo articolo, la classifica degli album metal più sottovalutati di sempre.
METAL, LA SVALUTAZIONE DI ALCUNI ALBUM: PER QUALE MOTIVO?
Uno dei motivi principali che, soprattutto nell’ambiente metal e heavy metal, porta ad accantonare alcuni lavori piuttosto che altri, è il percepito “tradimento” del sound di una band. Alcuni gruppi storici, sorti e arrivati al successo negli anni ’80, hanno portato avanti delle sperimentazioni che – molto spesso – non sono state accolte di buon grado dai fan. Cambi di rotta – e di sound – che hanno dato origine a lavori inferiori rispetto alle aspettative. Stiliamo una breve classifica, degli album metal, che meritano decisamente un secondo ascolto.
IRON MAIDEN, THE X FACTOR, 1995
Iniziamo questa breve classifica degli album metal più sottovalutati di sempre con The X Factor, lavoro discografico degli Iron Maiden datato 1995. Si tratta del decimo disco in studio per la band britannica di Steve Harris e Dave Murray. Il cambiamento più importante messo in campo da The X Factor è sicuramente l’avvicendamento, al microfono, del cantante Blaze Bayley – sostituto di Bruce Dickinson.
Riguardo al titolo, Steve Harris avrà a dire che – come per tutti gli altri lavori – gli Iron Maiden lasciavano quella questione per ultima. Il nome dell’album era sempre il fattore X insomma, l’incognita. Così che – una volta ultimati i lavori e considerando che si trattava del decimo lavoro discografico – in mezzo ad un clima di incertezza per il debutto di Bayley al microfono, si decise di adottare The X Factor.
SLIPKNOT, .5:THE GREAT CHAPTER, 2014
Scivoliamo velocemente al secondo posto di questa classifica, con il lavoro del 2014 degli Slipknot, dal titolo .5:The Great Chapter. Quinto album in studio per la band di Corey Taylor e primo dopo la morte del bassista Paul Gray, scomparso nel 2014 e alla cui memoria è dedicato il disco.
“E’ certamente dedicato alla memoria di Paul Gray. – confermerà il vocalist in un’intervista – […] Molta gente non sa come ci si sente, non comprendono. E specialmente per me, come compositore […], è stata una grande soddisfazione poter raccontare questa storia nel modo più onesto e al tempo stesso più oscuro possibile”.
DIO, STRANGE HIGHWAYS, 1993
Al terzo posto della classifica troviamo Strange Highways, album del 1993 di Ronnie James Dio. Si tratta del sesto album della band Dio – riformata dal vocalist dopo l’esperienza con i Black Sabbath. Il cambio in formazione prima della composizione dell’album, contribuirà a modificare sensibilmente il sound definitivo. Difatti lo stile chitarristico di Tracy G. è molto più moderno e aggressivo. Questo unito alla batteria di Appice e ad una voce più potente e forte, rendono Strange Highways molto più heavy dei lavori precedenti.
L’accoglienza dei fan, dovuta proprio a questa svolta a livello di sonorità e tematiche, non fu positiva. Tracy G. in particolare fu criticato e condannato per l’esecuzione dei brani classici della band. Per tutti questi motivi, Strange Highways non ebbe un buon riscontro di vendite e anche il tour non fu un grande successo.
DREAM THEATER, FALLING INTO INFINITY
Arriviamo al penultimo posto della classifica degli album metal più sottovalutati di sempre con Falling into Infinity dei Dream Theater, pubblicato nel 1997. Questo disco merita sicuramente un posto in lista, dati anche i numerosi problemi che causò alla formazione. Non solo riuscì a spaccare l’opinione dei fan – tra chi lo considera mediocre a chi lo apprezza in ogni caso – ma gettò nel dubbio gli stessi membri della band.
Il batterista Mike Portnoy ha più volte espresso la propria delusione per il risultato finale di Falling into Infinity. Un album questo, che non era comunque iniziato con i migliori auspici. I Dream Theater, ancor prima di iniziare la composizione dei brani, erano stati messi sotto torchio dalla Elektra Records. L’etichetta voleva infatti tracce più concise e radiofoniche. Solo la prima, di tutta una serie di frustrazioni, che portarono addirittura la band a considerare lo scioglimento.
METALLICA, LOAD, 1996
Concludiamo questa breve classifica di alcuni album metal/heavy metal decisamente sottovalutati, con Load dei Metallica, pubblicato nel 1996. Si tratta del sesto lavoro discografico per la band di James Hetfield, rilasciato per la Elektra Records. Load arriva a 5 anni di distanza dal disco omonimo precedente, ovvero lo storico Black Album. Un confronto questo, che schiaccerà inevitabilmente il primo a favore del secondo.
Load inoltre, presenta un cambio di sound non indifferente, rispetto a Metallica. Il Thrash Metal lascia infatti posto a sonorità più hard rock e anche l’iconografia della band cambia. Le tematiche dei lavori precedenti vengono sostituite da brani – scritti da James Hetfield – che riflettono la sua vicenda personale, facendosi più introspettivi.