Il leggendario chitarrista dei Queen, Brian May, ha saputo distinguersi nel corso degli anni per il suo sound inconfondibile, che ha decisamente impattato sul risultato finale dei classici senza tempo della band capitanata da Freddie Mercury. Aspetto peculiare dello stile di May è l’utilizzo di una monetina al posto di un comune plettro. Nel corso degli anni, il chitarrista dei Queen ha reso questo singolare rimpiazzo un marchio di fabbrica; rimasto costante per circa cinquant’anni di musica. Nel corso di un’intervista rilasciata per Premier Guitar,il mitico eroe della sei corde ha rivelato il motivo per il quale abbia adottato questo particolare metodo.
“Nella mia carriera ho attraversato un vero e proprio viaggio alla scoperta della mia identità artistica. Tutto è partito dai plettri – ha ricordato May – Ero solito costruirmeli da solo ed erano molto morbidi e flessibili. Pensavo che più fosse sottile il plettro e più il mio modo di suonare sarebbe stato veloce e sfilante, perché non avrei dovuto muovere troppo la mano”.
Poco dopo, il chitarrista ha scoperto di non apprezzare quest’approccio e che, sebbene un plettro morbido reagisca più delicatamente alle corde, questo non era la soluzione ideale per lo stile di Brian May, che ha detto: “Ho scoperto che non mi piaceva. Semplicemente, mi accorsi che con un plettro più duro, le mie dita percepivano maggiormente le corde. Così, un giorno decisi di provare, sentii il controllo delle corde nelle mie mani”.
Brian May: “Ecco come sono passato dai plettri alle monete”
Così, il chitarrista dei Queen ha spiegato di essersi ricreduto dopo aver adottato, quasi per gioco, la scelta singolare che, col tempo, si è trasformata in un vero e proprio must del suo modo di suonare. “Pensavo mi avrebbe dato zero flessibilità. In realtà le monete sono gli oggetti più versatili, a mio avviso, per suonare la chitarra. Riesco a sentire le corde sotto le dita, senza che questo infici sul suono. Si percepiscono tutte le sensazioni pennata dopo pennata, le vibrazioni sono forti e chiare. A seconda di come la impugno, poi, ottengo un suono differente; più morbido o più tagliente, in base all’angolazione con cui la moneta colpisce le corde”.
“Giocare con l’inclinazione della moneta contro le corde è fondamentale ed è una peculiarità che si conquista col tempo – ha spiegato Brian May – Modificare l’angolazione del polso mentre si suona permette alla chitarra di assumere un tono quasi vocale“. Brian May ha rivelato di amare il fatto che, in ogni caso, le monete da un nichelino che utilizza sono composte da metalli morbidi, indi per cui, non stressano le corde, pur avendo, ovviamente, un’ottima durata. Inoltre, il chitarrista ha spiegato di non essere molto avvezzo all’uso dei plettri poiché questi, spesso, gli si incastrano tra le corde. Verso la fine del colloquio, Brian May ha aggiunto che le monete coniate fino al 1956 sono composte da metalli di qualità superiore; questo, secondo lui, le rende migliori rispetto a quelle più recenti ai fini chitarristici.