I Deep Purple, nati a Hertford nel 1968, sono considerati tra i maggior esponenti del genere heavy metal. Il sound della band, consolidato col tempo, presenta un substrato musicale molto vario che coinvolge blues, rock and roll, funky, jazz, folk e musica orientale, fino ad arrivare all’R&B.
L’origine del nome Deep Purple
Led Zeppelin, Black Sabbath e Deep Purple sono considerati fra i principali promotori dell‘heavy metal e, negli anni, non hanno fatto altro che consolidare la loro fama. Ma perché i Deep Purple hanno scelto proprio questo nome?
A quanto pare nell’aprile del 1968 Ritchie Blackmore, per trovare un nome abbastanza valido per la sua band, prese spunto da sua nonna. La donna, infatti, era solita suonare al piano una canzone intitolata proprio Deep Purple, scritta dal pianista Peter De Rose nel 1933.
Peter De Rose, nato il 10 marzo del 1900, è stato un compositore americano di jazz e musica pop e, a quanto pare, la nonna di Blackmore lo apprezzava particolarmente. E, alla fine, chi l’avrebbe mai detto che un pianista jazz avrebbe ispirato, circa 30 anni dopo, un artista heavy metal.
Quella volta che Ritchie Blackmore si nascose nelle casse della strumentazione
E, a proposito di Ritchie Blackmore, il tastierista della band Don Airey ha raccontato un aneddoto piuttosto interessante sul suo compagno di band. Il tastierista britannico, intervistato della BBC, ha raccontato: “Innanzitutto voglio dire che sono orgoglioso e felice di averlo conosciuto e di aver lavorato con lui. Inizialmente era un musicista incompreso, soprattutto perché aveva uno stile tutto suo. Io e Jon, invece, suonavamo tutto ciò che ci passasse per la testa. Ad ogni modo con Ritchie si imparano tantissime cose: da come scrivere un brano a come vivere da vera rockstar.”
Durante l’intervista, Don Airey ha aperto una lunga parentesi sul chitarrista Ritche Blackmore:
“Una vecchia leggenda racconta che Ritchie si nascondeva nelle casse della strumentazione per evitare i fan, beh in verità non è proprio così. Stava scappando dalla polizia austriaca!” Ha spiegato il tastierista britannico, aggiungendo: “Diede un calcio sul volto al capo della polizia di Vienna, rompendogli i denti. Ritchie stava escogitando un metodo per scappare e così si infilò in quelle casse, ma i cani fiutarono il suo odore e lo trovarono. Si è fatto tre giorni dentro, in una prigione austriaca, d’inverno e vestito ancora con gli abiti da palcoscenico. Diciamo che non è stata proprio una bella esperienza per lui, credo proprio che non abbia più suonato in Austria.”