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Red Hot Chili Peppers, la rinascita di John Frusciante

Una delle notizie più sorprendenti e inattese di questo fino decennio è stato sicuramente il ritorno di John Frusciante nei Red Hot Chili Peppers. Dopo l’ufficializzazione dell’addio di Josh Klinghoffer, Anthony Kiedis e Flea non hanno infatti atteso molto per comunicare ai fan il rientro nelle fila del chitarrista. Di fronte al suo ennesimo comitato di bentornato – dopo 10 anni di lontananza – Frusciante sembra pronto per una rinascita in grande stile. Ripercorriamo gli ultimi anni del chitarrista – tra abusi, lotta contro le dipendenze e musica.

JOHN FRUSCIANTE, L’INGRESSO NEI RED HOT CHILI PEPPERS

Quando Anthony Kiedis e Flea propongono per la prima volta ad un giovanissimo John Frusciante di unirsi a loro, il ragazzo non può credere alle sue orecchie. Lui ha solo 22 anni e ha davanti l’occasione di suonare con la sua band preferita di tutti i tempi. Per i primi due anni il fascino, il caos magnetico e il sapore del successo sono troppo difficili da rifiutare. John Frusciante si abbandona ad ogni sorta di tentazione gli venga messa davanti.

Ma ben presto la routine distruttiva della vita da rockstar, l’abuso di sostanze stupefacenti e il consumo di smodate quantità di alcol diventano più grandi della musica. Troppo grandi per ricordare a Frusciante che c’è qualcos’altro sotto di esse. Così – dopo aver completato la propria parte per l’album Blood Sugar Sex Magik – il chitarrista prende la decisione di abbandonare la band. L’addio definitivo viene posticipato al 1992 – un giorno dopo l’inizio del tour in Giappone – a causa degli impegni promozionali e di marketing per il disco.

JOHN FRUSCIANTE E IL PRIMO ALBUM SOLISTA DOPO I RHCP

Per avere un’idea del caos che probabilmente viveva nella mente di John Frusciante in quel periodo, basta ascoltare l’album solista del 1995 dal titolo Niandra La Des and Usually Just a T Shirt. Profondamente influenzato dalla psichedelia eccentrica di Syd Barrett, il lavoro passa da grattate parti di chitarra acustica a divagazioni surrealiste, che si dipanano come uno stream of consciousness senza senso.

“Le mie registrazioni erano passate da cose felici e piene di ottimismo alla celebrazione del surreale, dell’infranto, di suoni demoniaci come il rumore nella mente di qualcuno che sta per esplodere” aveva commentato John Frusciante stesso, a riguardo. Il chitarrista non sta certo esagerando nelle sue descrizioni, perché all’epoca confesserà di avere circa 400 fantasmi nella mente che gli dicono cosa fare.

IL PERIODO SUCCESSIVO ALL’ADDIO AI RED HOT CHILI PEPPERS

Mentre John Frusciante scivola sempre di più nella depressione, la reazione dei suoi ex compagni di band è contrastante. Se da una parte Anthony Kiedis si sente tradito dall’addio del chitarrista e impiegherà anni per parlargli di nuovo, Flea si mostra più comprensivo e fa spesso visita a Frusciante per suonare assieme. In quel periodo l’ex RHCP ha preso due decisioni fondamentali per la sua vita. La prima è quella di mettere la chitarra da parte per concentrarsi sul suo equilibrio mentale e sulla pittura.

La seconda decisione è abbandonarsi all’abuso di sostanze stupefacenti, come cocaina ed eroina. “Quando le usavo, erano gli unici momenti in cui ero felice – ricorderà Frusciante – così ho pensato che non ci fosse nulla di male in ciò. Sentivo che stavo facendo qualcosa di buono e sano per me stesso e non mi importava di ciò che diceva la gente”. 

RED HOT CHILI PEPPERS, IL RITORNO DI JOHN FRUSCIANTE E LA RINASCITA

Nel 1993 John Frusciante assiste impotente alla morte dell’amico e giovane attore River Phoenix per overdose. Ma – in qualche modo – quel tragico evento non fa suonare nessun campanello d’allarme in lui. Le voci nella sua testa gli dicono che deve continuare a fare uso di droghe per sei anni. Poi nel 1997 arriva il peggior anno della sua vita e un anno dopo, realizza che potrebbe morire da un momento all’altro. Nel 1998 chiede a Kiedis e Flea di tornare e la band lo riaccoglie come se non fosse successo nulla.

La riabilitazione di John Frusciante è lunga e dolorosa, ma poi esce il disco capolavoro Californication e tutto sembra tornato ai fasti di un tempo. Nel 2009 l’ennesimo addio da parte del chitarrista. L’ufficializzazione del ritorno di Frusciante nella formazione – così cara al pubblico – è arrivata solo nel 2019, a dieci anni dalla sua ultima uscita.

 

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